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Canzone napoletana e autunno: scopri di più

Siamo a metà inoltrata (o forse sarebbe più giusto dire alla fine) del mese di settembre e l’estate, stagione molto amata dai più, volge al termine spazzata via dalle prime piogge autunnali e dai primi bruschi abbassamenti di temperatura.

Alba ‘e settembre

Sebbene ormai sia luogo comune affermare che non esistono più le mezze stagioni, ci troviamo all’alba di una nuova stagione cui la vecchia lascia posto: l’autunno. All the leaves are brown, And the sky is grey direbbero i Mamas & The Papas in California Dreamin’ o Cielo grigio su, Foglie gialle giù nella cover italiana dei Dik Dik, il concetto è lo stesso: il cielo si colora di grigio e le foglie cadono in terra marroni oltre Oceano e gialle in Italia. Si associa solitamente a questo periodo dell’anno coincidente con gli ultimi giorni settembrini un senso di malinconia, di tristezza corroborate da un peggioramento delle condizioni climatiche; tuttavia, in apparente contrasto col significato tradizionalmente attribuito alla stagione autunnale, settembre rappresenta anche il mese della rinascita, del nuovo inizio: per le scuole banalmente, per le palestre, per i teatri che aprono le loro stagioni dopo tre mesi in cui il caldo ha reso impossibile frequentare le sale teatrali; non per Napulitanata, prima ed unica sala da concerto della canzone classica napoletana a Napoli, che ad agosto ha tenuto diversi concerti come dicevo in questo articolo.

È uttombre quase, vierno mme pare.

Qual è però il legame che unisce canzone napoletana e autunno?

Diverse in realtà sono le canzoni napoletane che pongono al centro l’autunno, come potrete notare dai post sui nostri canali social, prendendo spunto dalla mestizia climatica utilizzandola come metafora per parlare di amori sulla via del tramonto ad esempio. Chiaramente la stagione autunnale predispone ad uno stato d’animo più intimo, riflessivo. Sulla scorta di quanto detto citiamo tre canzoni napoletane sul tema: Autunno, Settembre cu mme e Malinconico autunno.

La prima risale al 1913 e porta in calce la firma di uno degli autori più importanti della canzone napoletana: Libero Bovio. La musica è di Ernesto De Curtis.

E’ uttombre quase, vierno mme pare.

Jurnate fredde, nuttate amare.

Sempe aspettanno ca ‘na parola,

una, una sola,

mme venesse ‘a te.

Tra le fredde giornate accompagnate dalle notti amare troviamo anche Settembre cu mme brano di Anton Vian e Renato Fiore presentato al nono Festival della Canzone Napoletana nel 1961 classificandosi al settimo posto.

Alba ‘e settembre,

sole ‘int’a ll’ombra.

‘Na rundinella, partenno,

ha scritto p’ ‘o cielo: “Addio”.

E mo ca mme dice “Addio” pure tu,

parte tutt’ ‘o munno cu tte,

sulo settembre resta cu mme

Malinconico autunno

Al tramonto di settembre ormai l’autunno è diventato padrone delle giornate ed è a pieno titolo un malinconico autunno come nel titolo della canzone di De Crescenzo e Rendine che vinse il quinto Festival della Canzone Napoletana e che ben evidenzia il legame tra canzone napoletana e autunno. In quell’occasione interprete ne fu Marisa Del Frate. Come scrive il professore Scialò: «Un brano che riprende la metafora digiacomiana delle stagioni associate a fatti di vita vissuta: così come le foglie verdi ingialliscono per cadere inesorabilmente durante l’autunno, allo stesso modo la fine di un amore assume un’immagine sbiadita, triste e malinconica […]»[1].

Malinconico autunno,

staje facenno cadé

tutt’ ‘e ffronne d’ ‘o munno

sulamente pe me.

Chi mm’ha lassato pe nun turná,

chisà a che penza, chisà che fa.

[1] P. Scialò, Storia della canzone napoletana, 1932-2003 volume II, Neri Pozza Editore, Vicenza, 2021, p. 119.

Di Antonio Di Criscito

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