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La canzone napoletana all’estero

La canzone napoletana all’estero – La canzone napoletana da sempre alletta i palati fini provenienti da tutti gli angoli del mondo. Esempio concreto del grande interesse che essa genera a livello globale è rappresentato da Napulitanata (la prima ed unica sala da concerto dedicata alla canzone napoletana classica) il cui pubblico è costituito prevalentemente da turisti di varia nazionalità (statunitensi, greci, francesi, polacchi, inglesi, spagnoli, portoghesi, tedeschi, est Europa, argentini, brasiliani solo per citarne alcuni) ed in misura minore da italiani (napoletani forse ancor meno); perché i napoletani non tutelino il proprio patrimonio musicale resta un mistero equiparabile alla follia che coglie chi decide di non rendere adeguatamente presentabile il centro storico di una metropoli con l’ambizione, legittima, di essere una capitale europea ma con la visione ristretta dei paesini dell’entroterra (meravigliose oasi di purificazione spirituale poco adatte però ad essere punti di riferimento culturali). Sul tema della disaffezione partenopea verso la canzone napoletana rimando all’articolo di Alessia Thomas (https://www.napulitanata.com/it/2023/10/04/canzone-napoletana-a-napoli-ma-i-napoletani-vogliono-veramente-ascoltarla/).

La canzone napoletana all’estero: tappa in Brasile

Tra i vari luoghi nel mondo in cui la canzone napoletana ha attecchito con grande successo bisogna sicuramente citare il Brasile. Come sottolinea Radio Napoli (Le canzoni napoletane e il Brasile, curiosità e dischi | Radio Napoli) Lucio Dalla era convinto che brasiliani e partenopei trovassero nel canto (del sentimento) l’espressione più alta della loro identità. Come giustamente si evidenzia nell’articolo sopra citato, l’interesse verde oro verso la canzone napoletana è dimostrato da esempi di diverso tipo; probabilmente la testimonianza più significativa è rappresentata da Vinicius de Moràes punto di riferimento della musica brasiliana la cui influenza emerge nell’arrangiamento del brano Anema e core reinterpretato in stile samba napoletana da Ornella Vanoni nel disco La voglia, la pazzia, l’incoscienza e l’allegria accompagnata alla chitarra da Toquinho. Proprio Toquinho negli anni ’90 incide una versione strumentale di Anema e core oltre ad una sua personale interpretazione del brano Comme facette mammeta. Il chitarrista cantante carioca però non si limita solo a questi due brani ma omaggia anche Pino Daniele con la versione brasiliana di Tutta n’ata storia; le interpretazioni di Toquinho di Anema e core e Comme facette mammeta sono inserite nella telenovela Terra nostra che ha ottenuto un successo enorme in Italia e in Brasile, insieme al brano ‘O surdato ‘nnammurato rivisitato da Netinho.

Famosa poi è l’interpretazione di Caetano Veloso del brano Luna rossa nel live del 1997 a piazza del Plebiscito su invito di Lucio Dalla.

Significativa è l’esperienza di Zizi Possi che eredita la propria passione per la musica partenopea dalla mamma napoletana. Reinterpreta classici come Anema e core con Chico Buarque ma anche PassioneMalafemmenaCore ‘ngratoTorna a Surriento, Io, mammeta e tu, Chella là, Cu mmeLacreme napulitane, ToreroDicitencello vujeTu si ‘na cosa grande.

Gli anni Cinquanta rinsaldano il rapporto tra canzone napoletana e musica brasiliana con le esperienze di Maysa Matarazzo e Osny Silva. In questo decennio in cui ancora pochi sono i 45 giri, diverse sono le pubblicazioni di spartiti napoletani tra cui ‘O ciucciariello e Scapricciatiello.

È a Rio de Janeiro e São Paulo che la canzone napoletana trova il successo più ampio grazie alla massiccia presenza di immigrati provenienti dall’Italia. Di spicco è la figura di Adoniran Barbosa (al secolo Giovanni Rubinato) con la sua traduzione in portoghese di Dicitincello vuje molto diffusa dalle radio brasiliane sin dall’inizio del ‘900.

Chiudiamo la pagina carioca con la segnalazione di Gino Aveta riportata da Radio Napoli: “Ci sono altre belle interpretazioni di canzoni napoletane in brasiliano lusofono. Sarebbero: Statte vicino a mme cantata da Lea Costa e Gianni Lamagna, Nuttata e sentimento cantata da Lea Costa. Nun è peccato cantata da Patrizia del Vasco. Eu so que voce amar (Io so che ti amerò) con introduzione A vucchella cantata da Patrizia Del Vasco e Nunzio Gallo.”

La canzone napoletana all’estero: l’esperienza di Laila Kinnunen e Milana Misic in Finlandia

È strano associare Napoli e la sua canzone alla Finlandia, terra molto diversa culturalmente da quella partenopea ed è difficile immaginare un finlandese intonare le note di Era de maggio, Funiculì funiculà o ‘O sole mio. Difficile ma non impossibile come dimostra il caso di Laila Kinnunen rappresentante del proprio paese all’Eurovision Song Contest del 1961. In Finlandia riscontrano un discreto successo le canzoni napoletane come Chella llà, Guaglione, ‘A sonnambula e Lazzarella che la Kinnunen incide in finlandese. La passione verso la canzone napoletana viene trasmessa da madre in figlia; infatti nel 1970 dal matrimonio tra la Kinnunen e il musicista Milano Misic nasce Milana Misic la quale si trova cullata dalle note della tradizione partenopea e sceglie di reinterpretare Lazzarella.

Sea and You: la canzone napoletana nel cuore del Mediterraneo

Si è chiusa da poco l’esperienza del festival europeo Sea and You che ha visto protagonista Napulitanata e la canzone napoletana insieme al Fado portoghese e al Flamenco spagnolo. Il festival si è concluso il 26 aprile dell’anno corrente nella splendida cornice di Galleria Toledo. Molto importante la cooperazione tra realtà che hanno come obiettivo l’esaltazione della musica tradizionale nel cuore del Mediterraneo auspicando che la musica che unisce possa rappresentare un ponte verso chi purtroppo in quel mare troppo spesso perde la vita. Per un approfondimento sul fenomeno Sea and You rimando all’articolo di Davide Lancia (La Canzone Classica Napoletana in Europa grazie a SEA e YOU – Multi Event (seaandyou.eu))

Napulitanata: la canzone napoletana in Oriente

Chiudiamo il nostro giro del mondo non in ottanta giorni ma forse in ottanta secondi o poco più segnalando l’esperienza di Napulitanata in Giappone. Sempre il collega Davide Lancia riporta l’esperienza del nostro pianista Pasquale Cirillo in Giappone, terra che ama particolarmente la musica napoletana e nella quale il maestro Cirillo compie due viaggi per dare il suo contributo alla diffusione del nostro patrimonio artistico. Qui nel 2019 prima e nel 2023 poi per presentare il suo disco Intrecci nel quale musica classica e classica napoletana si fondono e si manifestano all’orecchio dello spettatore attraverso la tecnica magistrale di Pasquale Cirillo.

Il legame tra terra nipponica e Napulitanata si rinsalda anche l’anno successivo quando la nostra cantante Manuela Renno compie lo stesso viaggio di Pasquale Cirillo. Su questo aspetto invito a leggere il seguente articolo (Pasquale Cirillo a Tokio: l’amore tra il Giappone e la canzone napoletana? – Napulitanata).

Se in tutto il mondo la canzone napoletana spopola e perfino Yuri Gagarin durante il suo viaggio sulla luna nel 1961 canticchia ‘O sole mio perché nel cuore di Napoli i napoletani stanno dimenticando le proprie origini? Perché Napulitanata è la prima e unica sala da concerto napoletana a Napoli? Ai posteri l’ardua sentenza.

 

Di Antonio Di Criscito

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