NOVELLE NAPOLETANE – una mia riflessione
NOVELLE NAPOLETANE – una mia riflessione – Salvatore Di Giacomo nasce il 12 marzo 1860 a Napoli. È uno dei più gradi poeti italiani vissuti fra Ottocento e Novecento. Le opere di Salvatore Di Giacomo, in effetti, costituiscono una parte rilevante della cultura popolare. Molti dei brani che fanno parte della canzone classica napoletana nascono da antichi componimenti dell’autore, il quale resta una delle personalità artistiche più care alla città e ai napoletani. Salvatore Di Giacomo è da considerare non solo uno dei più grandi poeti di Napoli, ma un artista a tutto tondo, capace di raccontare il suo tempo attraverso versi raffinati ed eterni; ed è considerato il padre della canzone napoletana. A differenza della canzone tradizionale, i testi della canzone napoletana classica hanno all’interno una tradizione poetica che fonde elementi di poesia soggettiva ed elementi di tradizione popolare.
LE NOVELLE NAPOLETANE: Questa raccolta di novelle è incentrata sulla zona dei vicoli di Napoli, quella più vera e animata. Una città dai mille volti, che possiede caratteri dell’universalità come: vinti e oppressi, uomini poveri e infelici. Si concentra in modo particolare sulla tematica Amorosa e Misteriosa, e prevalgono le figure femminili. Egli si autodefiniva “verista sentimentale”, perché nel fine ‘800 denunciava le disumane e ingiuste condizioni di vita delle popolazioni meridionali, ma il contenuto delle novelle è il carattere distintivo dei personaggi. Una delle tante novelle che contiene tutte queste caratteristiche, una lettura leggera ma anche molto buffa, è “SFREGIO”.
Prima di leggerla bisognerebbe interrogarsi sul significato della parola sfregio che deriva dal dialetto napoletano e sta ad indicare un colpo di rasoio dato a tradimento sul volto, solitamente dato a scopo di vendetta amorosa. Non a caso, prima della lettura del testo, troviamo questa citazione: “Fronn’ ‘è vurraccia, Se nun te piglie a me te taglio ‘a faccia!”. Per analizzare questa espressione, che Di Giacomo usa molto spesso, ho consultato, tramite il presidente dell’ente che mi ospita come tirocinante (Napulitanata), il professore Davide Brandi: questi ci ha spiegato che “Fronn’ ‘è vuraccia” andrebbe tradotto “dalle foglie di burace”. Quindi la possiamo contestualizzare come un’imprecazione di ira o di minaccia; in questo caso è un’imprecazione di minaccia perché la citazione continua con ”Se non ti prendi me te taglio la faccia”.
Di Giacomo apre questa novella con il litigio tra due personaggi femminili, Peppinella e Nuziata: la narrazione ruota intorno allo scandalo compiuto da Peppinella, fidanzata con Tetillo che stava a Perugia da due anni. La fanciulla era stata vista passeggiare per Napoli con un ragazzo e, come sappiamo, a Napoli gli “inciuci “ (i pettegolezzi) corrono molto velocemente, così l’amica di Peppinella inorridita ha creato questo litigio. È commovente leggere la scena di pentimento di Nunziata, che dopo giorni di ripensamento, nonostante avesse discusso per il bene della sua amica, provava solo dolore ad aver litigato con lei. Infatti, l’amicizia e la famiglia sono tematiche molto sentite da un napoletano, le difenderebbe e le proteggerebbe a costo della propria vita. Nonostante ciò, il pettegolezzo è arrivato al diretto interessato: proseguendo nella lettura della novella e arrivando alla seconda parte, troviamo Tetillo che è appena arrivato a Napoli e viene subito informato dell’accaduto. Il dialogo tra Peppinella e Tetillo sfocia in un’aggressione fisica, lei si ritrova con un graffio (sfregio) sulla faccia e, grazie alle urla di alcune fanciulle che allarmano le guardie, Tetillo si ritrova subito con le manette e trascinato al di fuori del locale, così da non poter causare altri danni. Forse non sarà una delle tematiche principali di questa novella, ma la violenza sulle donne oggi come allora è ancora una tematica viva e sentita da molte ragazze. Riprendendo Peppinella, avrà potuto o no tradire il compagno, ciò non toglie che una violenza ha degli effetti negativi a breve e a lungo termine sulla salute sia fisica che mentale della vittima. Le conseguenze possono determinare per le donne isolamento, incapacità di lavorare, limitata capacità di prendersi cura di sé stesse e dei propri figli. Quindi, anche se forse non era nell’intento del poeta concentrarsi su questo aspetto, ho scelto questa novella perché per tematica e attualità la sentivo più vicina a me e alla mia generazione.
Di Chiara Russo
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