Il Decameron napoletano da Napulitanata. Una mostra da scoprire
Il Decameron napoletano da Napulitanata. Una mostra da scoprire – Manca pochissimo alla mostra fotografica da Napulitanata che vede protagonisti il Decameron napoletano di Pasolini e le musiche del film registrate da Alan Lomax.
Dal 10 novembre al 31 dicembre saranno esposte fotografie e documenti del Centro studi Alan Lomax, che mostreranno l’intensa attività di ricerca dell’etnomusicologo statunitense nel sud Italia nel 1954. (Per saperne di più leggi qui)
Una mostra fotografica all’interno di Napulitanata, ma anche un’occasione di studio e confronto sul rapporto tra Pasolini e Lomax, grazie ad un convegno realizzato con professori e studiosi del tema: il professor Carlo Vecce dell’Unniversità di Napoli “l’Orientale”, il professore Roberto Calabretto dell’Università degli studi di Udine, il professore Giorgio Adamo dell’Università di Roma “Tor Vergata” e il professore Sergio Bonanzinga dell’Università degli studi di Palermo.
Il popolo campano protagonista
La musica per Pier Paolo Pasolini non è semplice accompagnamento, ma si lega fortemente alla scena e alla storia.
Nel caso specifico di questo film, Pasolini è interessato ai canti e balli del popolo campano.
In un progetto come quello del Decameron napoletano, Pasolini deve cucire sui personaggi napoletani quelle poesie popolari che tanto lo hanno affascinato negli anni, al punto da farne argomento di studio approfondito. Per maggiori informazioni leggi il nostro articolo.
La musica tradizionale campana come colonna sonora
Si sentono per tutto il film canzoni famose della tradizione campana, come Il coro delle lavandaie del Vomero durante la novella di Andreuccio da Perugia (una canzone studiata anche da Roberto De Simone per la sua Gatta Cenerentola), la Serenata di Antonio Ventura, La cammessella che si sente all’inizio della novella di Elisabetta e Lorenzo, canzone scritta da Francesco Melber rielaborata da una filastrocca popolare del XVIII secolo.
Più di tutte, la canzone evocativa per eccellenza che percorre tutta la prima parte, e viene cantata da Ser Ciappelletto, è Fenesta che lucive. Erroneamente attribuita a Bellini, è invece versione popolare della canzunedda siciliana della Barunissa di Carini, risalente al XVI secolo, la cui versione napoletana sarebbe una trascrizione del 1842 ad opera di Giulio Genoino. La storia di un uomo che scopre la morte della sua amata è raccontata da versi struggenti. Una canzone amatissima da Pasolini, tanto da usarla anche in Accattone (1961) e nei racconti di Canterbury (1972).
S’affaccia la sorella e me lo dice
Nennella toja è morta e sotterrata
Chiagneva sempe ca durmeva sola
Mo’ duorme co’ li muorte accompagnata
Alan Lomax nel Decameron napoletano di Pasolini
Dopo i titoli di testa del Decameron napoletano, si sente un Pulcinella che annuncia l’inizio del film con un discorso strambo.
Sono le parole della famosa Zeza, la canzone popolare tipica del carnevale dell’Irpinia.
Registrata da Alan Lomax in persona, questo canto trae origine dalla Commedia dell’Arte, per poi affermarsi nelle feste di carnevale, soprattutto nelle campagne.
Continuando la visione si sente la tarantella montemaranese durante il matrimonio di Gemmata, registrazione originale di Alan Lomax.
Ciò che Alan Lomax riproverò a Pasolini è che per quei suoni registrati non fu mai citato.
Lomax seppe casualmente della presenza del suo lavoro nel film, andandolo a vedere al cinema nell’Ottobre del 1971.
Questa mostra mette in luce una tradizione musicale importantissima per tutti gli amanti di cinema, di musica, di etnomusicologia, ma anche di canzone napoletana e di amanti delle tradizioni campane.
Napulitanata, in quanto sala stabile della canzone napoletana classica, ha come obiettivo primario quello di far scoprire la canzone napoletana in ogni sua forma.
Noi il nostro lo abbiamo fatto. Ora tocca a te!
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Di Davide Lancia
Bibliografia
Cappuccio Giulia, La musica del Decameron, tra Boccaccio e Pasolini
Musica e pittura nel Decameron e ispirate dal Decameron Andrea Jacková Masaryk University, Brno
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