Sono passati soltanto 5 mesi da quando ho iniziato a lavorare per Napulitanata, inizialmente non avevo ben capito cosa si facesse qui, ma col tempo e con la curiosità che sempre mi accompagna ho scoperto un luogo magico e nei luoghi magici accadono le cose più straordinarie, come quello a cui ho assistito ieri pomeriggio.
Ormai posso considerarmi quasi un veterano qui, ho visto decine e decine di turisti arrivare qui e lasciarsi trasportare dalla musica, partecipando in maniera attiva e travolgente (gli americani e gli spagnoli sono i migliori a mio parere), eppure non mi è mai capitato di veder ballare, cantare ed emozionarsi dei bambini qui.
Personalmente non conoscendo molte delle canzoni napoletane venire qui è stato per me anche un motivo per scoprire quello che è un patrimonio artistico secolare tramandato di generazione in generazione.
Ieri pomeriggio appunto sono venute in sede delle famiglie di Scampia, e ovviamente quando si pronunciano le parole famiglie e Scampia nella stessa frase il pensiero nella mente di molte persone rimanda quasi sempre a qualcosa di pericoloso, come se chi nascesse a Scampia fosse marchiato per sempre dal pregiudizio, ed io in parte so cosa significhi essere “etichettato” essendo nato e cresciuto sui Quartieri Spagnoli capisco benissimo la sensazione di sentirsi giudicati.
Ieri però travolto dall’incredibile entusiasmo che queste famiglie hanno sprigionato mi sono reso conto forse per la prima volta da quando sono qui che ciò che stanno facendo Mimmo e tutti i suoi collaboratori (e in piccola parte anche noi del servizio civile ) è qualcosa che va preservato, poiché in quell’ora avviene una magia difficile da spiegare figuriamoci scriverla, io non so nello specifico ciò che hanno passato quelle famiglie eppure mi è bastato osservare i loro sguardi per capire che ne hanno passate di ogni e proprio per questo motivo ciò che mi ha emozionato di più è stato vedere quegli stessi occhi brillare una volta partita la musica.
Le risate, le voci che in coro cantavano o sole mio, i balli che mi sembravano quasi una danza liberatoria, i passi dei bambini che seguivano danzando le loro mamme sono qualcosa che mi porterò sicuramente dentro per tutto questa mia avventura qui da Napulitanata.
Ma c’è una scena che mi ha colpito in particolar modo, ovvero quando Emanuela ha iniziato a cantare entrando alle spalle del pubblico, c’è stato un bambino che non si è girato subito per vedere di chi fosse la voce, ma è rimasto ad ascoltare immobile, e soltanto una volta che Emanuela è arrivata davanti a lui ha potuto alzare lo sguardo e spalancare la bocca, quasi avesse visto una visione angelica, ecco quel preciso momento per me racchiude l’essenza di quella giornata, dove per un ora quelle famiglie hanno potuto sognare cantando e ballando.
Alla fine dello spettacolo un genitore parlando con Mimmo ha detto “anche questa è Scampia”, è una semplice frase che anche se decontestualizzata dall’evento racchiude tutta la voglia e la forza di volontà che questa gente ha nell’anima, perché nonostante tutto e nonostante tutti ANCHE QUESTA è SCAMPIA.
di Carmine Laporta
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