Cosa ci fa San Gennaro nella canzone napoletana? E come non poteva esserci… San Gennaro e Napoli…San Gennaro è Napoli. Non poteva mancare San Gennaro nella canzone napoletana.
La canzone napoletana raccoglie tutta la storia di Napoli, tutti i sentimenti dei suoi cittadini, tutti i personaggi più importanti che hanno a che fare con Napoli. Ha ripreso ogni singola emozione dei napoletani, dall’amore alla rabbia, dai sentimenti più profondi fino a quelli più festosi. Sarebbe stato impossibile non avere San Gennaro nella canzone napoletana.
Il contratto tra Napoli e San Gennaro (Vero!)
Non è un semplice rapporto tra patrono e città. Tra San Gennaro e Napoli c’è un vero e proprio contratto siglato da un notaio.
Era il 13 gennaio del 1527, gli angioini assediavano la città, la peste dilagava e il Vesuvio provocava forti scosse di terremoto tutti i giorni. Si doveva fare qualcosa, e così nacque l’idea! Siglare un patto ufficiale e legale tra la città di Napoli e San Gennaro, nel quale i cittadini avrebbero costruito una cappella con le reliquie del santo (l’attuale cappella del Tesoro di san Gennaro, costruita da Cosimo Fanzago nel 1623). I cittadini si impegnavano a venerarlo e San Gennaro si impegnava a proteggerli.
Ma quali sono le canzoni di San Gennaro nella canzone napoletana?
Dove sta Zazà?
La più iconica, la più conosciuta.
Scritta nel 1944 da Raffaele Cutolo sulla musica di Guseppe Cioffi, la storia narra di una ragazza di nome Zazà che sparisce durante i festeggiamenti della festa di San Gennaro, il 19 settembre.
Nel momento culminante
del finale travolgente,
‘mmiez’a tutta chella gente,
se fumarono a Zazá
La canzone fu scritta in italiano nel 1943 per Elena Gray, per poi essere tradotta in napoletano per Aldo Tarantino.
Tante sono state le versioni celebri, da Claudio Villa fino a Nino Taranto.
Nel primissimo dopoguerra la canzone conobbe un successo inaspettato, tanto da essere suonata in incontri ufficiali e internazionali, come quando De Gasperi venne accolto dalla banda all’aeroporto, o come quando alle Olimpiadi di Mosca del 1980 l’Italia fu accompagnata da Dove sta Zazà? al posto dell’inno di Mameli, poiché si decise di non suonare gli inni ufficiali.
Faccia Gialla
Se passeggiate a Via Duomo durante la festa di Sa Gennaro vi capiterà di sentire una serie di offese rivolte a una certa “faccia gialla”. No, nessun che ha problemi di fegato. La “faccia gialla” è quella del busto di San Gennaro che viene portato sull’altare durante la funzione, durante la quale un gruppo di signore anziane molto attive inizia a intonare canti, preghiere, ma anche rimproveri e ordini. Sono le parenti di San Gennaro, un antichissimo gruppo di anziane che si dichiarano discendenti del santo fin dalla prima liquefazione.
Le parenti avrebbero il compito di stimolare San Gennaro a fare il miracolo, qualora fosse in ritardo, e lo farebbero tramite imperativi categorici e insulti. Un rito bellissimo e antico, che va tra il sacro e il profano.
Nel 2007 il cantante Enzo Avitabile incide il disco Festa, farina e forca, nel quale è contenuta la canzone Faccia Gialla. Un vero e proprio inno a San Gennaro, dove si racconta la storia e il coraggio del santo contro le ingiustizie dell’imperatore Diocleziano e contro le disgrazie che hanno afflitto Napoli, rendendolo nu filo d’evera contro ‘o viento.
Durante la canzone è possibile sentire:
Faccia Gialla squaglialo!
fallo fallo stu miracolo
Faccia Gialla squaglialo!
fallo fallo pe stu popolo
Una ripresa in versi del coro delle parenti.
Il coro delle parenti di San Gennaro
Musicare la tradizione orale non è cosa semplice. Serve studio, rigore e tanto tanto amore.
Gianni Aversano è riuscito a fare qualcosa di incredibile realizzando una tarantella chiamata Il coro delle parenti di San Gennaro, una canzone dal gusto squisitamente popolare, dove il protagonista è il coro, che invoca la protezione al santo:
San Gennaro mio protettore prega a Dio nostro Signore
Chè San Gennaro è grande e dona tanto
Conoscevi queste canzoni? Continua a seguirci per altre curiosità sulla canzone napoletana!
di Davide Lancia
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