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Mag 28, 2022 Napulitanata News 1 comment

Quarta settimana di tirocinio per Eva!

1: Quarta settimana….

Ciao a tutti!!! Questa settimana è proseguita con l’approfondimento di tematiche aziendali inerenti alle componenti del Marketing mix (cosiddette variabili delle 4 P), basilare per il marketing operativo. È stata una settimana molto interessante, ho avuto modo di analizzare nel dettaglio i punti di forza, e soprattutto le criticità, che una organizzazione deve costantemente monitorare e gestire se vuole avanzare con successo. Ora, detto così, forse, sembrerà una passeggiata ma ho avuto ancora modo di capire, sul campo, di quanto fondamentali siano le Human Resources specifiche, non solo per essere competitivi sul panorama territoriale, ma per sviluppare valore, professionalità e competenze del personale. A questo scopo è necessario:

  • programmare le necessità aziendali
  • Individuare i profili professionali
  • Valutare il personale

Il fine ultimo è quello di garantire un servizio di qualità e raggiungere gli obiettivi preposti dall’organizzazione. Tutto questo mi offre spunti interessanti anche sulla mia futura carriera lavorativa.

2: Premessa:

Da quando mi sono avvicinata a questo genere musicale si è aperta per me una nuova finestra sul mondo. Essendo io, poco pertinente in materia mi limiterò a scrivere cose semplici e forse banali, di cui troverete una bibliografia. Il fenomeno della canzone napoletana è molto più ampio e complesso. Spero di non annoiarvi troppo…

2: Perché Napoli è la patria della canzone??

Napoli richiamò musicisti e in generale artisti e intellettuali d’ogni genere, da ogni parte d’Europa in diverse epoche e non solo quando, assieme a Parigi e Vienna, era considerata una delle maggiori città culturali europee. Tra le più densamente popolate aree metropolitane d’Europa. Già nella magna Grecia era una delle Pòlis più importanti. È qui che nel 1224, Federico II, l’imperatore che favorì l’incontro fra la civiltà greca, latina e araba, fonda la prima Università laica statale della storia, attirando intellettuali, poeti e artisti provenienti da ogni parte, alla sua corte ospitò trovatori famosi, suonatori orientali, che con i loro versi lirici, musica e strumenti esotici, portavano ventate di novità. Pur avendo come centro politico il Regno Di Sicilia scelse Napoli per vari motivi (culturali, geografici, economici). A quel tempo Napoli era invasa da strimpellatori di serenate e amanti disperati, era molto diffusa anche la cosiddetta “Mattinata” a tal punto che l’imperatore dovette mettere un freno alle serenate emanando un editto che proibì il canto notturno, diventato oramai un incubo per la città[1]!!

Dal XIX secolo la città fu capitale del Regno Delle Due Sicilie, il Re Carlo III di Borbone nel 1737 fece costruire il tempio della lirica italiana, il teatro S. Carlo.

Per molto tempo è stata punto di riferimento globale importante per la musica classica e l’opera, tramite la “Scuola musicale napoletana” nel XVIII, che formò musicisti di grandissimo livello tra cui: Paisiello, Pergolese, Cimarosa. Scuola famosissima anche per aver dato origine all’opera buffa[2]. A Napoli c’era Zingarelli, c’era Bellini, qui si educarono Rossini, Donizetti e moltissimi altri di grande rilievo tra cui Roberto De Simone[3] ed il contemporaneo Riccardo Muti.

Tra 1880 ed il 1945 circa si manifestò L’epoca d’oro dei cafè chantant, che coincise con quella della canzone napoletana.  Negli ultimi decenni dell’800’ l’antica festa di Piedigrotta, che contribuì tantissimo alla diffusione della canzone, diventa la festa canora per eccellenza, nota in tutto il mondo. “Fucina di canzoni e di artisti le cui vicende si annodano a quelle del varietà[4]. Le parole cantate erano immagini del passato, fotografie della belle époque, e più oltre, del settecento e del seicento.

I Cafè Chantant, in Italia si tramutano in “varietà”, con recitazioni comiche, canzoni, danze ed altri spettacoli. A questo proposito nel 1890, venne inaugurato il Salone Margherita nella galleria Umberto I e successivamente molti bar della città si adattarono al gusto del momento presentando varietà con misto di spettacolo e canzoni.

Per definizione è la città del sole e dell’amore: città del canto per antonomasia poiché i primi ispiratori del canto sono la luce, il calore e l’amore. Culla della musica di tutta la Campania. Secondo P. D’Angelo, musicista di fama internazionale: a Napoli per tradizione il canto è sempre stato vissuto dalla sua gente come un vero culto e i cantanti l’hanno espresso il più delle volte con ragguardevole perizia. Tutto ciò premesso risulterebbe inadeguato ogni tentativo di definirlo con un solo aggettivo: fuorviante definirlo aulico, dotto, altrettanto definirlo “popolare”.

 È oggi icona globale non solo per la pizza, ma per la canzone classica. Chi di voi non conosce?!… ‘O sole mio .. Funiculì funiculà .. ‘I te vurrìa vasà..Tu si ‘na cosa grande..‘O paese d’ ‘o sole..Dicitencello vuie.. Etc.…??

3: La canzone napoletana…

Ogni popolo esprime il proprio sentimento nel suo canto: il canto popolare! Ogni musicista o poeta a questo canto deve guardare se vuole che il popolo lo senta e lo accolga. È importante distinguere:

  • canzone popolare
  • canzone popolaresca

La canzone popolare è per definizione anonima, ne parlò R. Wagner, nel saggio “Pagine d’arte italiana”: “Il canto popolare è nato da una attività comune, …. una manifestazione inconscia dello spirito popolare mediante il potere artistico”. Il grande compositore tedesco parla della canzone popolare napoletana come composizione elaborata o rielaborata da una collettività, cioè dal popolo stesso, da una soggettività indefinita che nella canzone riflette la propria anima, sia come rielaborazione di composizioni musicali e testuali precedenti, scaturite dagli ambienti dotti della collettività, sia come risultato di una elaborazione maturata nell’alternarsi delle generazioni, individualmente e per mezzo della tradizione orale.

La canzone popolaresca invece, è la trasposizione artistica del sentimento popolare ad opera di artisti che spesso, con ruoli diversi, di poeta e di musicista, collaborano nella creazione di una canzone che imita in profondità la canzone popolare. Canto destinato al popolo e ispirato dal suo spirito e sentimento, ma, nato dalla volontà di un poeta e di un musicista. La canzone popolaresca nella prima metà dell’800’ è alla mercè di musicisti, di poeti e dell’opera, si insidia nella musica dei maestri del melodramma (Verdi, Mascagni, Puccini) 4.

Continua….

[1] Storia della canzone napoletana dalle origini all’epoca d’oro – Napolinpillole

[2] Dall’opera buffa all’“opéra-comique”, su sapere.it, in Sapere.it, De Agostini.

[3] S. Di Massa, “Storia della canzone napoletana”, C.C.N, vol.7,1982

[4] 38-4-Dossier_8-Legge.pdf (teatroestoria.it)

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Comments (1)

  1. Zio Gio
    Giugno 02, 2022

    Grazie Eva per avermi fatto toccare con mano quella che è la reale esperienza di Napulitanata.
    Bellissima esperienza che tutti i visitatori di Napoli dovrebbero provare.
    Grazie anche a Mimmo, Pasquale e agli altri artisti dei quali non ricordo i nomi.
    Splendidi

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