Parlesia: come custodire la Canzone Napoletana – Tante sono le bellezze della nostra terra che amiamo valorizzare e tutelare, prima di tutto il patrimonio immateriale: Napulitanata è sensibile alla valorizzazione della Canzone Napoletana e della tradizione orale ad essa collegata, come i gesti, la teatralità, il dialetto e la parlesia.
Per parlesia si intende un linguaggio in codice diffuso per lo più tra i musicisti: uno slang nato tra Settecento e Ottocento che afferisce al dialetto napoletano, ma in questo caso le parole assumono connotazioni di un diverso significato.
La parlesia permetteva, e tutt’ora permette, di parlare in pubblico senza farsi comprendere dai più: un linguaggio in codice per parlare di qualunque cosa estraniando la massa.
Quasi l’essere in una bolla in mezzo alla folla: dall’esterno, in effetti, la parlésia è incomprensibile e sembra un susseguirsi di parole senza senso.
Napulitanata, cultrice e custode della Canzone e di tutto ciò che le riguarda, ha deciso di valorizzare anche questo aspetto della tradizione orale.
Il nostro store, infatti, propone quattro maglie con le espressioni più tipiche della parlesia: “si’ proprio nu bacone”, per indicare qualcuno inetto o incapace; “che d’è sta bagaria?,” per indicare qualcosa di strano ; “Facimmo addò va”, per intendere il “fermiamoci”; “ti piace a musica o ‘o fumme?”. Quest’ ultima espressione non è propriamente della parlésia, ma rende comunque omaggio alla napoletanità citando la scena tratta dal film “No grazie, il caffè mi rende nervoso” di Massimo Troisi, in cui Lello Arena intervista James Senese.
In effetti, la parlésia non è qualcosa di passato e dimenticato ma ancora vive tra i musicisti di oggi più e meno noti.
Vivo, colorato e creativo questo linguaggio in codice esprime tutta la fantasia napoletana un po’ débrouillarde e satiresca.
Ancora una volta dimostriamo che abbiamo a cuore la nostra terra e la nostra complessa cultura ed è per questo che Napulitanata, custode della Canzone Napoletana e della tradizione orale, intende valorizzare melodie, canzoni, parole, teatralità, … insomma tutto ciò che è connesso all’esperienza musicale e giunge alle nostre orecchie.
Non è un caso che nell’antichità l’orecchio fosse un simbolo della memoria: è proprio ciò a cui prestiamo ascolto a entrare nella nostra anima e ad essere custodito nel cuore, perché è ciò che ci emoziona e ci colpisce che racconta il nostro vissuto.
Ecco, noi desideriamo sottolineare l’importanza di un patrimonio immateriale, fatto di suoni e parole, fatto di un “prestare ascolto”: prestate ascolto a ciò che si sente nelle strade, al mercato, al porto, da Napulitanata, ascoltate il mare, sentirete i battiti di una città che respira e sospira attraverso il suono, il frastuono, la Canzone, le parole…
È in questo senso che Napulitanata, custode della Canzone Napoletana e della tradizione orale, intende lavorare nel presentarvi Napoli e nel lasciarvi il giusto ricordo di una città rumorosa, canterina, allegra e sognatrice. È in questo senso, dunque, che intendiamo guidarvi nel prestare ascolto a qualcosa che vi entrerà nel cuore e difficilmente andrà via…
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