La Canzone Napoletana su Clubhouse – Una nuova App sta spopolando sul web raggiungendo numeri da record: Club House, fondata nel marzo 2020 da Paul Davinson e Rohan Seth, ex dipendenti di Pinterest e Google.
Totalmente innovativa e diversa dagli altri social questa comunica solo attraverso audio: ciascun utente può creare una stanza alla quale gli altri utenti possono partecipare solo attraverso invito. Non ci sono foto, post, video o parole scritte perché si comunica solo e soltanto con la voce. Si individuano così tre figure: speaker, listener e moderatore, colui che cura la stanza e la conversazione dando e togliendo parola.
Una sorta di Radio social che Napulitanata ha ben accolto nei suoi progetti, ipotizzando un possibile lancio della canzone napoletana su Clubhouse.
Attualmente è disponibile solo per dispositivi iOS, ma i fondatori stanno lavorando per renderla versatile anche su quelli Android.
Nonostante questa restrizione di canali, Clubhouse ha raggiunto la cifra di oltre 2 milioni di iscritti ed è stata supportata da 110 milioni di dollari di investimenti, da parte di grandi investitori, quali Google, Facebook, Twitter, …
Elon Musk, AD di Tesla e Space X, è stato uno dei primi ad inaugurare l’App, creando una stanza di 5 milioni di utenti discutendo di energia, Marte e intelligenza artificiale.
I fondatori raccontano di essersi incontrati nel 2011 e d’allora di aver lavorato insieme su diverse idee, sperimentando nuovi prodotti e progetti fino alla realizzazione dell’App.
L’obbiettivo è sempre stato creare un’esperienza più umana e ridimensionare ancora di più la distanza fisica che un social, inevitabilmente nasconde sì, ma si trascina dietro: la creazione di stanze nelle quali fruire della voce altrui, consente all’utente di stringere rapporti in maniera più diretta e tangibile. Uno scopo che si sposa bene con la politica di comunicazione di Napulitanata: la canzone napoletana su Club House come proposta per creare una sala da concerto digitale.
Non ci deve stupire che i fondatori abbiano voluto puntare sul binomio udito-suono, garantendo ancora di più di un’immagine, quell’effetto illusorio di una percezione vicina, prossima. L’App segue, in effetti, un po’ il principio della telefonata, ma consente di parlare con tante persone insieme in tempo reale.
D’altra parte il potere seduttivo e persuasivo di una fruizione sonora ci viene illustrato già nel 2013 con l’uscita del film Her, interpretato dal mitico Joaquin Phoenix, che si innamora di un’intelligenza artificiale grazie alla sua voce, non “sentendo” invece il confine tra ciò che è concreto e ciò che è astratto.
È a questa nuova dimensione social che Napulitanata si avvicina, sperimentando nuove strategie di comunicazione: la canzone napoletana su Clubhouse rappresenta innanzitutto un salto nel blu, una scommessa per arrivare ad un pubblico nuovo e nativo digitale; ma anche un ampio raggio d’azione di una realtà al passo con i tempi e che sa mettersi in discussione.
Un progetto work in progress che ci consente di divulgare e svecchiare la canzone napoletana.
Un nuovo modo di proiettare i nostri concerti e la nostra musica, rispondendo alle esigenze che la tecnologia e il periodo difficile degli ultimi tempi ci impongono.
Premettendo, infatti, che il live è la nostra prima scelta, valutiamo tutte le alternative per ricreare esperienze simili e convincenti, che possano, mai come ora, annullare la maledetta distanza che da più di un anno segna la nostra quotidianità: le misure restrittive, l’isolamento, la quarantena, i mancanti abbracci, i concerti in streaming…
Che la voce e il suono di Clubhouse, allora, possano essere un valido mezzo per usufruire dei nostri concerti, sentirci più vicini e avere, anche se solo la sensazione, di annullare questa ingombrante distanza. La canzone napoletana su Clubhouse può essere la nostra nuova risposta e un trampolino di lancio.
di Rosaria Esposito
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