Cari lettori,
eccoci giunti alla puntata conclusiva delle avventure di Gennaro Cerulli, il supereroe venuto a Napoli dal paradiso con la missione di salvare la canzone napoletana.
Quando ho iniziato questa saga non avrei mai osato immaginare di ricevere tanto affetto e curiosità , ma soprattutto non avrei mai pensato che una pandemia di tale portata, potesse fermare il mondo intero così a lungo. Sono stati mesi difficilissimi per ognuno di noi, la sofferenza e la paura dell’ignoto hanno attraversato i nostri cuori senza fare differenze. Anziani, bambini, adolescenti, persone forti e persone fragili, persone allegre, persone tristi, Buddhisti, Cristiani, Ebrei, Musulmani, Vegani, crudisti, animisti, body builder e pigroni, ognuno di noi ha provato la medesima sensazione di scoramento.
In tutti questi mesi di grave incertezza c’è una frase che ho sentito spesso e che mi addolora profondamente: <<Le persone sono diventate più cattive>>. Il rischio di perdere tutto porta l’essere umano a diventare egoista e a dimenticarsi del prossimo.
Ma io non credo che sia esattamente così.
Abbiamo letto troppe brutte notizie, titoloni drammatici spiattellati in prima pagina, video angoscianti e immagini da brivido, ma la vita non è solo questo! Il momento che stiamo vivendo non è solo dramma perché sicuramente ci ha insegnato molte cose.
Ed è proprio per questo che devo rendervi merito, perché grazie a questo personaggio ho potuto rifugiarmi nella fantasia e creare una storia dolce, dalla purezza antica che mi ha fatto parlare d’amore: l’unica cosa che veramente conta nella vita e che aiuta a superare tutto.
Ogni singolo messaggio di incoraggiamento, ogni like, ogni condivisione, mi hanno permesso di far fluire un’energia positiva che cancellasse, anche solo per qualche minuto, tutto il brutto che stavamo vivendo.
Ma la cosa più bella è che per rifugiarmi nella dolcezza della storia mi sono lasciata ispirare dal mezzo più potente che conosca: la canzone napoletana. L’ho scritto tempo fa, il nostro immenso patrimonio culturale è qualcosa di magico e unico che trascina con sè una dolcezza infinita, balsamo e cura per i nostri cuori. Ci riporta indietro al ricordo di scorci di mare, combriccole di bimbi chiassosi, mani di nonni, carezze di mamma e baci di innamorati quando la luna lascia la sua scia d’argento sul nostro meraviglioso golfo; ricordi che non moriranno mai. Ricordi che noi dobbiamo preservare e tramandare. Facciamoci una promessa, ogni giorno ascolteremo almeno una canzone del nostro immenso patrimonio musicale e questa abitudine ci permetterà non solo di essere per un momento più felici, ma di sentirci parte di un tutto, parte di un popolo meraviglioso che ha ancora tanto bisogno di ridere e sognare.
Grazie per l’affetto con cui mi avete inondato in questi mesi e continuate a seguire Napulitanata perché le sorprese non finiscono qui.
Con amore
Eva Sansanelli
Non trovava pace Gennarino nel piccolo lettino della sua cella in paradiso.
I giorni passavano lenti, tutti uguali e nemmeno la luce nivea e calda di quel posto incantato riusciva a scaldargli l’anima. Dopo che San Pietro gli ebbe rivelato della sorpresa di Maria e della purezza dei suoi sentimenti Gennarino si era sentito così stupido e meschino da rimanere immobilizzato, inerme, senza avere il coraggio di fare nulla. Ma come al solito accadeva, in questa felice e turbolenta storia d’amore, i piccoli amici del nostro supereroe lo fecero risvegliare dal coma in cui si era rifugiato e lo spronarono ad agire.
Era una sera come tante altre quando quei piccoli angioletti, dopo essersi consultati in videochiamata, presero la decisione solenne di salvare quell’amore. Anche a costo di andare dritti in Paradiso a riprendere Gennarino, ovunque si fosse cacciato. E fu così che la piccola combriccola di scugnizzi amanti della canzone napoletana scrisse un’accorata lettera a San Pietro, pregandolo di aiutarli nel loro intento. Una lettera toccante, che nella sua estrema semplicità toccava i punti più profondi dell’animo umano. Sentimenti complessi e giganteschi venivano spiegati con una chiarezza talmente disarmante da convincere San Pietro a fare un passo indietro e a dare un’ultima chance ai due innamorati.
Fu così che i bimbi vissero l’esperienza segreta più emozionante della loro vita. Una mattina mentre erano collegati in DAD con la maestra per la lezione quotidiana, all’improvviso sullo schermo del tablet apparve San Pietro che, con fare solenne gli annunciò di aver ricevuto la missiva.
S.P: <<Bambini, ho letto la vostra lettera con un groppo al cuore e ho deciso che un amore così grande non può andare sprecato, soprattutto in un momento terribile come questo. Il nostro cocciuto Gennarino purtroppo è un’anima in pena che vaga per il paradiso senza energia. Ho provato a sollecitarlo, a sgridarlo, ad esortarlo a tornare da Maria per aggiustare le cose, ma la sua vergogna è talmente grande da immobilizzarlo. Non riesce a fare nulla.>> spiegò San Pietro con voce affranta.
<<Lasciaci venire in Paradiso San Pietro, ti prego, convinceremo noi Gennarino a fare qualcosa, fidati di noi>> gridarono entusiasti i piccoli angeli.
S.P.: <<Bambini ma mi state chiedendo una cosa impossibile, questo non è un luogo per voi, anzi, spero che lo vediate il più tardi possibile! Non potete ancora vedere questa dimensione, non capireste. Qui non esistono né il tempo né lo spazio, né tantomeno le persone. Tutto è fatto di una sola grande materia, l’amore di Dio. Ogni cosa è luminosa e colorata in un modo che voi non avete mai visto. Tutto quello che c’è quassù è identico a ciò che abbiamo nella nostra anima: amore e gioia, ma finché non abbandoniamo la vita terrena, non possiamo vederlo, ma noi siamo fatti della stessa sostanza dell’amore e voi questo ancora non potete capirlo.>>
I bambini dopo essersi consultati suggerirono una splendida soluzione: <<San Pietro, facciamo così: tu ci fai venire in Paradiso, noi convinciamo Gennarino a venire a Napoli con noi per fare pace definitivamente con Maria e poi tu cancelli la memoria di quell’attimo ad ognuno di noi, che te ne pare?>>
San Pietro, stupito dalla vivacità di quei piccoli geni, acconsentì alla proposta ed organizzò la spedizione in Paradiso.
Fu così che in una grigia mattina di novembre, i piccoli amici di Gennarino vennero catapultati in un attimo in Paradiso. Quando si trovarono davanti al grande portone dorato, sospeso sulle nuvole soffici gli sembrava di sognare. Erano finalmente senza mascherina e si poterono riabbracciare, baciare, stringere, toccare. Quanto erano mancate ad ognuno di loro quelle braccia, quei sorrisi. Quanto gli stava togliendo questo covid-19 in termini di calore umano. E così iniziarono a correre, a ballare, dimenticandosi anche di suonare al campanello del grande portone. I loro gioiosi gridolini vennero interrotti dalla voce grave ma sorniona di San Pietro che li richiamava all’ordine e al contempo li invitava ad abbracciarlo. <<Venite qui angioletti, abbracciatemi, grazie di essere venuti. Ora arriveranno San Francesco e San Mariano e vi porteranno in una bella sala dove potrete gustare una deliziosa merenda per riprendervi dalla fatica del viaggio>>.
I due Santi sorridenti e affettuosi condussero i bimbi che si guardavano attorno increduli in un salone meraviglioso con un pavimento di soffici margherite bianche che terminava in una cascata cristallina. Un gigantesco tavolo fatto di foglie di un verde vividissimo, ospitava le più disparate leccornie e bevande. Ma con loro grande sorpresa ogni pietanza o bevanda aveva un sapore del tutto nuovo e sconosciuto. Odori inebrianti mai sentiti, consistenze nuove e buffe, aromi deliziosi. Mentre gustavano la dolce merenda, però, i bimbi si ricordarono della loro missione e chiesero a San Mariano e San Francesco se potevano andare a trovare Gennarino. Le due dolci figure li condussero in un edificio pieno di stanze e gli indicarono quella del loro amico sconsolato.
I bimbi si fermarono davanti alla porta e udirono le note della meravigliosa Vieneme ‘nzuonno, cesellata dalla voce celestiale del grande Sergio Bruni. Bussarono alla porta e si videro aprire da una figura molto diversa da quella che ricordavano. Un viso scarno e triste, un aspetto trasandato e stanco, <<Gennarino cosa ti è successo?>> esclamarono in coro.
Il supereroe non credeva ai suoi occhi <<Bambini ma che ci fate qui, vi è successo qualcosa di brutto?>>
<<Ma no Gennarino non preoccuparti, abbiamo avuto una dispensa speciale da parte di San Pietro che ci ha consentito di venire qui per riportarti a Napoli dalla tua Maria, ma una volta in città dimenticheremo tutto. Fatti abbracciare amico nostro, ci siamo noi per te!>>
Il supereroe grande e grosso com’era divenne un omino piccolo piccolo perso nell’abbraccio di quei piccoli angeli e si lasciò andare a lacrime e confessioni. <<Ho sbagliato bambini, l’ho persa per sempre, le ho detto che non la amo ma non lo penso, sono disperato>>
B.:<<Quando si è arrabbiati si dicono cattiverie che non si pensano, stai tranquillo, Maria capirà , anche lei è molto innamorata di te, dai vieni con noi, ti portiamo ad una bellissima mostra sulla canzone napoletana organizzata dai ragazzi di Napulitanata, ormai non siamo più in zona rossa e musei e teatri sono aperti finalmente.>>
Gennarino si convinse e seguì l’allegra banda e così raggiunse San Pietro per salutarlo e ringraziarlo di questa meravigliosa opportunità .
<<Gennà , mi raccomando non fartela scappare, lei è l’amore della tua vita, dovete essere una cosa sola, vai e non fare guai e soprattutto ricordati della tua missione. Lei sarà linfa per te e ti aiuterà a diffondere sempre più la canzone napoletana.>>
I bambini salutando San Pietro commossi, gli consegnarono un ultimo desiderio: <<San Piè, ti prego, qui è pieno di Angeli e Santi, vi prego fate qualcosa tutti insieme e fate finire questa pandemia, vogliamo tornare a vivere e a riabbracciarci per strada!>>
San Pietro commosso li strinse in un abbraccio e in men che non si dica il piccolo gruppo capitanato dal nostro supereroe si ritrovò davanti le porte di Napulitanata dove ad attenderli c’era Maria. I bambini rimasero increduli dalla perfetta organizzazione ordita da San Pietro, adesso non restava che lasciare i due innamorati soli.
Gennaro e Maria si guardarono ed entrarono timidamente insieme all’interno della prima sala da concerti stabile della canzone napoletana dove c’era una bellissima mostra fotografica e sonora. Le belle immagini antiche di Napoli erano corredate da un Qr code che rimandava all’ascolto di un brano e i due amanti si persero tra le meravigliose melodie selezionate con cura. La musica fece di nuovo la sua magia, addolcì i cuori e con parole struggenti gli chiarì che quello che avevano tra le mani era un amore che nasce una volta ogni 100 anni. Un amore puro e prezioso che non poteva essere sprecato.
<<Scusami Maria se ti ho detto che non ti amavo, non lo penso e non lo penserò mai, ti prometto che terrò a bada la mia gelosia. Tengo troppo a te e ho il terrore di perderti, perdonami ti prego!>>
Maria guardò Gennaro negli occhi e rivide tutte le emozioni e i momenti meravigliosi che avevano vissuto. Comprese la sua gelosia derivata da un malinteso e si rese conto che la voglia di stare insieme e condividere una vita d’amore e gioia era troppo forte. <<Per la prima volta nella mia vita sento di aver trovato un complice Gennarì, sento di aver trovato qualcuno che vede e sente le stesse cose che sento io. Qualcuno che può riscattarmi da tutto il dolore che ho vissuto. Il nostro è un amore antico, ci amavamo in un tempo passato, ci siamo persi e ritrovati. Non perdiamoci più.>>
In quell’istante Gennarino si ricordò che prima che succedesse tutto il disastro si era recato da un gioielliere amico e aveva fatto confezionare un meraviglioso anello per chiedere la mano di Maria. Incise all’interno del monile le loro iniziali e la data in cui sapevano di essersi amati per la prima volta. Infilò la mano in tasca e sentì tra le dita il velluto della piccola scatolina, si inginocchiò e porgendo l’anello a Maria le chiese di sposarlo.
Maria attonita lo abbracciò in preda alla felicità e tutti i bambini, che erano rimasti a sbirciare dietro le tende della sala da concerto, irruppero gridando festosi <<Evviva gli sposi, Evviva Gennarino e Maria>>.
E fu così che in un tranquillo pomeriggio di Novembre, in un luogo dove si preservava la storia della canzone napoletana, i due innamorati si promisero amore eterno.
Eva Sansanelli
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