(L’immagine di copertina è relativa allo scorso anno)
Napulitanata alla Federico II per il terzo anno di fila – È il terzo anno di fila che Napulitanata, invitata dall’Università degli Studi di Napoli Federico II, è chiamata a testimoniare l’esperienza di giovani napoletani che hanno saputo farsi spazio nel mondo del lavoro, grazie in primis a conoscenze marketing e imprenditoriali, fondamentali per la valorizzazione del patrimonio; e in secundis grazie alla passione che li guida e li sostiene a fronte delle difficoltà plurime che un capitale di rischio può e deve saper affrontare.
Il co-fondatore dell’Associazione, Mimmo Matania è stato invitato per la terza volta dai suoi stessi docenti di musicologia, i Professori Giorgio Ruberti e Enrico Careri, a presenziare, quest’anno on line, durante la lezione di musicologia, presentando il progetto di Napulitanata e illustrando praticamente gli obiettivi e gli sbocchi che il corso di laurea mira a raggiungere.
“Ci siamo creati un lavoro partendo da zero”, le parole di Mimmo che ha voluto sottolineare come il manager e l’arte siano ingredienti di un’unica miscela, inscindibili, coerenti e funzionali insieme. Questo binomio, in effetti, è importante per chi desidera fare ciò che ama, valorizzare il proprio territorio e la propria cultura territoriale, senza abbandonare la terra d’origine.
Napulitanata nasce, infatti, da un vecchio deposito di taxi, e riabilitato a sala da concerto grazie al lavoro sodo dei ragazzi.
Napulitanata non è certo l’unico caso a Napoli in cui giovani si cimentano nel recupero del patrimonio, lottando contro l’abbandono e il vandalismo: molte sono, infatti, le realtà che hanno saputo riqualificare luoghi dimenticati della città partenopea. La stessa Galleria Principe ne è un esempio: rientra nel piano di riqualificazione e valorizzazione di cui Napulitanata resta una delle prime associazioni che si è attivata per la realizzazione del progetto.
Sono stati presentati al convegno due video importanti per la storia dell’Associazione: il video di presentazione, dove si è mostrato l’iter storico di realizzazione della sala; e il video di celebrazione dei tre anni di vita dell’Associazione. Sono stati presentati, dunque, la nascita e la longevità di quella che è partita solo come un’idea, magari insicura, un po’ timida e che piano piano è cresciuta prendendo sempre più forma.
Certo è che l’esperienza on line è stata di sicuro curiosa: parlare ad un computer piuttosto che ad una platea può sicuramente smorzare l’entusiasmo. Tuttavia, i ragazzi si sono mostrati affascinati e interessati, partecipando attivamente alla presentazione.
Ciò che ha colpito e che si è voluto sottolineare è l’importanza delle competenze manageriali che hanno permesso l’esordio: Domenico Matania ha ribadito più volte, infatti, che il tutto è partito da un bando comunale, vinto grazie alle sole competenze di acquisite nel percorso universitario. Il saper stilare un impeccabile business plan è stata la carta vincente.
“La nostra gioia più grande è stata poterci pagare da soli l’affitto dopo tutti gli sforzi e il duro lavoro. Veder nascere qualcosa di tuo, crearti un lavoro attraverso ciò che ami e vederne poi i frutti, è una soddisfazione troppo grande”.
Non tutti erano a conoscenza della nostra realtà ma si sono mostrati curiosi di conoscerci.
Due sono state le domande che più ci hanno colpito: innanzitutto, la prima, concernente la possibilità di ospitare altri gruppi a noi coevi, ci ha dato l’occasione di illustrare meglio la natura di Napulitanata: Napulitanata non è solo la sala, il luogo, ma anche i musicisti, i ragazzi che hanno fondato la sede, curandone la crescita e la promozione. Inoltre, il repertorio che noi offriamo, cioè il repertorio della Canzone Napoletana classica, non sempre è in linea con i gruppi emergenti, spesse volte noti per il cantautorato.
Infine, la nostra sede, essendo piccola, ci assicura sempre la possibilità di far serata anche con un numero ridotto; tuttavia, gli spazi diventano vincolanti e difficoltosi per poter ospitare un gruppo emergente con i numerosi fan rispettivi.
La seconda domanda, poi, si è concentrata sul cosa spinge i turisti e gli spettatori a tornare più di una volta da noi, sebbene il prodotto che offriamo è sempre dello stesso impasto, con gli stessi ingredienti. Ebbene, si torna sempre dove si è stati bene, e Napulitanata è prima di tutto un luogo dove si percepisce il benessere dello spettatore, che si arricrea: c’è empatia, divertimento, coinvolgimento…
“Il più grande rammarico è l’invidia che proviamo nel sapere di non poter sentire a pieno le stesse sensazioni di stupore, sorpresa e adrenalina di chi torna più e più volte. Il fascino, la sorpresa e l’incanto di chi si vede qualcosa di nuovo e al tempo stesso inaspettato sono emozioni che possiamo immaginare ma che ovviamente hanno una intensità diversa in chi ci guarda” afferma Domenico Matania. È il prodotto a fare la differenza, ma anche l’organizzazione e la passione che c’è dietro, perché non basta capire il pubblico, immedesimarsi e curarci della clientela… No, bisogna studiare bene cosa si vuole comunicare. Noi abbiamo deciso di comunicare storie: quella della Canzone Napoletana, quelle delle canzoni che suoniamo e presentiamo ai concerti e la nostra, di giovani umili imprenditori che si sono “fatti spazio” poco a poco nel mondo del lavoro con qualcosa di creativo e innovativo. “Siamo fortunati a fare ciò che amiamo”, che sia questo un messaggio per tutti coloro che hanno una passione: aggrappatevi ad essa, difendetela con coraggio, non abbiate paura di buttarvi nella mischia, e sostenetela affinché cresca, prenda forma e diventi il vostro rifugio… il nostro si chiama Napulitanata.
di Rosaria Esposito
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