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Cari lettori,
come sempre i giorni che anticipano l’uscita del nuovo episodio sono costellati dai vostri messaggi in cui attendete impazienti la nuova puntata. Grazie davvero per l’affetto che nutrite per questo personaggio. Questo mese il mio racconto vuole invitarvi ad una riflessione profonda: può la paura di un sentimento grande e forte scatenare talmente tanti dubbi da rovinare tutto? Avete mai provato questa sensazione e sopratutto, cosa avrà combinato questa volta il nostro supereroe?
Fatemi sapere le emozioni che ha scatenato in voi questo episodio.
Vi auguro buona lettura e vi abbraccio virtualmente.
Arrivederci alla prossima puntata.
Eva

 

Le avventure di Gennaro Cerulli:

la gelosia, l’ira Di San Pietro e la fine di un amore…forse!

Da quando Gennarino e Maria avevano scoperto di aver ricevuto il miracoloso dono di essersi riuniti oltre il tempo e la morte, un’euforia mai provata prima si era impossessata di loro.
A pensarci bene, chiunque almeno una volta nella vita, in uno di quei momenti di perfetta sintonia con il proprio partner, ha avuto la sensazione di averlo conosciuto da sempre, di essere stato legato a lui/lei, magari in un’altra vita. Quell’emozione speciale e rara nel sentire che appena ci si tuffa nel collo dell’amato, quell’odore riporta a stanze di serenità lontane, forse di altre epoche, cristallizzate nel tempo. E’ una sensazione meravigliosa sentire di appartenere ad un altro essere che ti guarda e ti capisce in un istante. Come se ti conoscesse da sempre. Quasi sempre però tutta questa euforica sensazione di appagamento viene offuscata dalle nostre paure inconsce. Paura di essere abbandonati, paura di non essere abbastanza, paura che tutto possa finire da un momento all’altro e sopratutto paura del tradimento. In sostanza, la gioia immensa di aver ritrovato l’amore della propria vita era per Gennarino, direttamente proporzionale alla paura di perdere Maria.  Ed ecco che questo timore inconscio lo rendeva insicuro, maldestro nella gestione delle proprie emozioni e possessivo ai limiti del normale. Tutto ciò purtroppo scaturiva litigi e malumori, discussioni lunghissime che facevano vacillare tutto. Un giorno mentre il nostro innamorato e sconsolato supereroe rincasava, intravide la figura pingue di Ciro, con un fascio di fiori in mano, mentre infilava Vico Tre Re a Toledo, dove abitava Maria. La visione di quell’uomo sgraziato gli accecò la vista e in un impeto di gelosia provò a chiamare la sua amata ma lei non rispondeva. La figura di Ciro intanto era scomparsa nel portone di casa di Maria, il cuore prese a battergli all’impazzata e davanti a lui vide chiarissima la scena dei due che si riconciliavano. Riprovò a chiamare Maria altre cento volte invano, allora decise di inviarle un messaggio dolorosissimo pieno di accuse ingiuste ed illazioni sgradevoli. Ormai era entrato nel tunnel della suggestione e nulla gli permetteva di ragionare. Era talmente adirato che arrivò a  dirle di non amarla più… un disastro praticamente!
Intanto Maria, ignara di tutto, si trovava dall’altro capo della città perchè insieme ad un’amica aveva deciso di organizzare una festa a sorpresa per il compleanno di Gennarino. Maria aveva rintracciato tutti i suoi piccoli amici e li aveva avvertiti di farsi trovare alla Villa Floridiana il tale giorno alla tale ora per aiutarla a gonfiare i palloncini e ad allestire un piccolo buffet ricco di leccornie. Il fratello di Maria, Mariano, avrebbe avuto il compito di prelevare Gennaro con una scusa e portarlo a fare un giro per la città in scooter. I due si volevano molto bene e amavano questi momenti tra uomini, sfrecciando in motorino per le vie della città. Lo stile elegante e dolce di Gennarino influenzava positivamente il giovane Mariano che amava stare con lui per imparare a conoscere meglio la canzone napoletana che in un certo modo era anche legata ad un modo di vivere, una raffinatezza di sentimenti che si trasferiva in ogni gesto della vita quotidiana. Se ami la canzone napoletana, non puoi non avere un cuore elegante diceva sempre Gennaro al giovane Mariano.
Insomma tutto era perfetto, nulla poteva scalfire quell’armonia che si era creata. Maria decise di mandare un messaggino a Gennaro, per avvertirlo di non prendere impegni per il giorno del suo compleanno ma frugando nella borsa si accorse di aver dimenticato il telefono a casa. <<Corriamo Vale>> gridò alla sua dolce amica che in un attimo la seguì a ruota.
Appena varcata la porta, Maria intravide nella penombra purpurea di una giornata autunnale che stava volgendo al termine, un enorme fascio di rose rosse e il suo cuore scoppiò di gioia. Che fidanzato romantico, esclamò a gran voce con tono sognante <<Maaaaammaaaaaaaaa dove è andato Gennarino?>>
La madre scura in viso irruppe nella stanza con voce affannata e le disse: <<Maria ma dove ti eri cacciata? Il tuo telefono ha squillato cento volte, Gennarino ti ha cercato anche a casa, poi è arrivato Ciro..>>
<<Ciro? ma i fiori allora sono suoi…>> sconcertata Maria si precipitò a controllare il  cellulare e trovò innumerevoli chiamate di Gennarino, poi aprì i messaggi e le si gelò il sangue. Gennaro era impazzito, la gelosia folle si era impossessata di lui e aveva scritto parole così amare che non pensava neanche. Ma la frase più tremenda fu quel laconico “Se volevi stare con il tuo ex bastava dirlo, non ti amo più”.
Maria rimase sconvolta, perchè quella durezza, cosa era successo e sopratutto cosa c’entrava Ciro? Un’enorme delusione si impadronì di lei. Lei che da giorni progettava la sorpresa per il compleanno dell’amato si ritrovò sola, vessata da accuse ingiuste e pervasa da un sentimento di solitudine enorme. <<Come fa a pensare certe cose di me? come fa a dirmi così a cuor leggero io non ti amo più?>> con il cuore duro come una pietra prese il fascio di fiori e corse per strada. In pochissimi secondi raggiunse casa di Ciro, lui non c’era, ma lasciò le rose alla sua ex suocera intimandola di dire a Ciro di non farsi vedere mai più! Poi se ne tornò a casa mesta, con il cuore livido di rabbia e dichiarò a se stessa di non voler vedere più nessuno.
Passarono dieci lunghi giorni e nessuno dei due sciocchi amanti fece un passo verso l’altro.
Rabbia, risentimento, delusione, rancore, gelosia ma sopratutto paura. Questi erano i sentimenti che albergavano i cuori di quei due folli che stavano rinunciando ad un amore puro e meraviglioso per una stupida incomprensione.
San Pietro, che ovviamente osservava tutto dall’alto, attese pazientemente che uno dei due si ravvedesse, al decimo giorno di silenzio si decise ad intervenire e fece arrivare Gennarino in Paradiso in un battibaleno.
G.C. <<San Piè che è stato, perchè mi avete mandato a chiamare?>>
S.P. << Che è statoooooooooooooooooooo?????? Ah, tu non sai niente?>>
Le urla di San Pietro erano così potenti da spostare in un attimo tutte le nuvole del paradiso e tutti gli angioletti che vi riposavano beati si ritrovarono con “le ali” a terra.
S.P. <<Io ti ho dato un compito, salvare la canzone napoletana, tu lo stai facendo? No, Gennarino, perchè sei troppo distratto a pensare alle sciocchezze degli umani, ed è per questo che non volevo concederti il lusso di questo amore. Ti ho dato una enorme possibilità, quella di poter amare per una seconda volta la donna della tua vita, in un’altra epoca, in un altro mondo. Un miracolo che tutte le anime degli amanti sperano di poter vedere realizzato e tu che fai? La insulti, la accusi, le dici che non la ami più? Lo sai che Maria Ciro non l’ha neanche incontrato? Lo sai che era altrove e aveva dimenticato il telefono a casa? Lo sai che stava organizzando una sorpresa per il tuo compleanno?>>
G.C. <<San Piè ma voi che dite? Che guaio che ho fatto, mi sono fatto accecare dalla gelosia! Scusatemi, vi prego, datemi un’altra possibilità, fatemi cancellare quel messaggio vi prego, io la amo, non pensavo ciò che ho scritto!>>
S.P. <<No Gennarino, lei giustamente non vuole più vederti ed io non posso fare nulla. Sono molto arrabbiato con te, ti tolgo la tua missione, hai dimostrato di non meritarla, come hai dimostrato di non meritare l’amore di Maria. Ma come, io ti dò un miracolo e tu lo sprechi così? Ma sai quante persone al mondo da anni cercano l’amore della vita invano? Tu hai avuto il miracolo di ritrovarlo per una seconda volta e lo butti via per rabbia? Rifletti Gennarino, non te lo meriti un amore così, mi dispiace, và nella tua stanza!>>
Gennarino si allontanò con gli occhi pieni di lacrime e quando aprì la porta della sua vecchia stanzetta vide il suo lettino, si stese e si ricordò di tutti quegli anni solitari in cui sognava di rincontrare Maria, l’amore della sua vita, ma gli sembrava un sogno troppo irrealizzabile, impossibile. Era come le tante anime che vagano alla ricerca dell’altra metà della mela con animo speranzoso ma quasi rassegnato. E fu allora che gli venne in mente una canzone meravigliosa interpretata dal grande Sergio Bruni: “Niente”(1)… e quei versi diventarono la colonna sonora del suo immenso dolore.
Eva Sansanelli
(1) Niente – versi di Enrico Schiano, musica di Corrado Garri – 1962

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