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La Canzone Napoletana che scalda i cuori e azzera le distanze di sicurezza

Cari lettori,

siamo alla settima puntata e vedere la passione con cui seguite le avventure del nostro supereroe mi commuove e riempie di gioia. Nonostante il momento difficile, la nostra città sta dimostrando una forza ed un rispetto delle norme da fare invidia a molti. La voglia di vivere e l’amore per la nostra terra sicuramente vinceranno e sono sicura che oggi più di ieri, come me, vorrete prendere parte a questa piccola rivoluzione culturale che ci impone di esternare il lato bello di questa città e della Campania tutta. Se avete a cuore questa missione e vi piacerà la storia, condividetela sui social e aiutateci a mostrare il lato più bello e onesto della nostra meravigliosa terra.

Buona lettura, mi stringo, ad un metro di distanza a voi e a tutti quelli che stanno soffrendo, come me, come tutti noi. Presto tutto finirà.

Buona lettura

Eva

***

Le ore scorrevano lente nel piccolo appartamentino di Vico tre Re a Toledo, n.23. Il vicoletto era stranamente silenzioso ma dalle case, dai bassi e dai balconcini, fuoriusciva tutta l’energia che fino a pochi giorni prima scorreva lungo le strade. Un’energia diversa, più intima, piena d’amore ma anche di dolore e preoccupazione. Erano ormai due giorni che Gennarino abitava in quell’appartamento, ma non era ancora riuscito a parlare con la sua meravigliosa Maria. La scorgeva la mattina appena sveglia, quando con il viso ancora stropicciato dal sonno, bellissima, per prima cosa si affacciava dal suo terrazzino per farsi benedire dall’aria fresca del mattino. Se c’era il sole lei si sporgeva e lo accoglieva con un gran sorriso, come se fosse il regalo più bello del mondo e anche quando arrivava la madre a porgerle una tazzina fumante di caffè lei l’afferrava e richiudeva immediatamente gli occhi. Beveva il suo caffè con il viso beato, ad occhi chiusi, per  non perdere neanche un minuto di quel momento di beatitudine. Erano diventati tutti così i dirimpettai di Gennarino da quando era iniziata la pandemia. Tutti assaporavano di più ogni cosa, e anche quella fretta di dover fare mille cose senza dare attenzione a nulla era ormai un ricordo lontano. La signora alla sua sinistra, ad esempio, quando stendeva i panni veniva raggiunta dal marito che l’aiutava in quella piccola incombenza con una precisione certosina. Stendevano il bucato insieme, le mani si intrecciavano cercando le mollette e afferrando i lembi di bucato, era ormai un rito intimo che li rendeva felici e complici e soprattutto li faceva sentire uniti. Una volta Gennarino sentì la signora che confessava alla sua vicina di casa: <<Titì ma tu lo sai che mio marito non mi ha mai aiutata a stendere i panni? Nientedimeno quello mo’ si offende se inizio e non lo chiamo…mah che ha combinato stu Coronavirus>>.

Un’altra scena bellissima la regalava la piccola famiglia accanto al terrazzino di Maria che, nelle poche ore di sole raccoglieva i due bambini e li faceva accomodare su grandi asciugamani distesi sul pavimento del terrazzo. Poi riempivano bacinelle e con le formine della spiaggia, bicchieri, mestoli e colini mamma, papà e figli passavano ore a giocare. Che strana cosa questo Coronavirus, aveva costretto le persone ad un metro di distanza ma i cuori non erano mai stati così vicini. Gennaro poteva sentire i ragazzi che si affacciavano alle finestre e trascorrevano ore a parlare, poi in queste conversazioni si inserivano nonni, zii e pure quelle due vecchie sorelle nubili al primo piano che erano state sempre così riservate e un po’ antipatiche, adesso finalmente sembravano aver trovato degli amici. Ma tornando a Maria, Gennarino non riusciva a trovare il modo di parlarle, di attaccare bottone. Si era accorto che lei l’osservava. L ’altro giorno ad esempio, mentre erano in fila al supermercato, muniti di guanti e mascherina lei si girò un attimo a guardarlo e Gennarino avrebbe giurato che sotto quella mascherina Maria gli avesse regalato uno dei suoi fantastici sorrisi. Mentre era concentrato in uno di questi suoi ragionamenti il supereroe sentì un suono strano…proveniva dal suo smartphone ma era un trillo differente. Sullo schermo apparvero tante finestrelle dalle quali intravedeva i suoi bambini…rispose e fu travolto dalle vocine entusiaste dei bimbi: <<Gennarino è una videochiamata, ci vedi?>>

Il nostro supereroe pensava di aver visto tutto e invece rimase basito da questa nuova diavoleria…iniziarono una meravigliosa conversazione dove i bimbi raccontarono a Gennarino come trascorrevano le loro giornate, le video lezioni, la mancanza degli amici, i momenti di tristezza ma anche il piacere di passare tanto tempo con mamma e papà, fare giochi nuovi, costruire capane in cucina e poi arrivò la fatidica domanda: Bambini: <<Allora Gennarino, l’hai vista Maria?>>

Gennarino: <<Bambini non ci crederete, abita proprio dinanzi a me, la vedo sempre sul suo terrazzino, ma quanto è bella!>>

B.: <<E allora ci hai parlato?>> incalzarono i bimbi curiosissimi…

G.: <<No bimbi, non riesco a trovare il modo!>>

B.: <<Falle ascoltare delle canzoni scuuuusaaaa, sei qui per questo no? Hai una cassa? Vai su spotify e scegli le canzoni che ti piacciono, collega la cassa con il bluetooth e alza il volume al massimo, vedrai che uscirà e inizierete a parlare>>

G.: <<No bimbi, non mi state facendo capire niente che è sto spotify, bluetooth…?>>

Dopo circa un’ora e mezza di lezione accelerata di tecnologia, il nostro giurassico supereroe riuscì finalmente a collegare tutti i marchingegni e posizionò la cassa fuori al balconcino. Selezionò una delle sue canzoni preferite: ‘A rumba de scugnizzi, nella meravigliosa interpretazione di Sergio Bruni e tutti i suoi vicini di casa iniziarono ad affacciarsi alle finestre, ad affollarsi sui terrazzini e cominciarono a cantare e ballare, pervasi da una incontenibile ondata di allegria. Dopo pochi minuti uscì anche Maria abbracciata al nonno. Finita la canzone la ragazza lo guardò e gli disse: <<Mi metti Maruzzella?>>. Gennarino non stava nella pelle, cercò il brano su spotify, sempre nell’interpretazione di Bruni e le meravigliose note di Carosone fecero ballare la bella Maria. Andarono avanti così fino all’ora di cena, tutti affacciati al balcone a chiedere al jukebox di Gennarino grandi classici napoletani. Le ore trascorsero velocissime e allegre e i due dirimpettai iniziarono finalmente a parlare e a ridere insieme. Poi la voce della mamma di Maria, irruppe, rompendo l’incanto: <<Maria è pronto, vieni a mangiare che si fa fredda la carne>> e Maria con il sorriso più bello del mondo…<<Gennarino allora ci vediamo domani? Buona serata e grazie perché per un momento mi hai fatto dimenticare di tutta la tristezza, ciao!>>

Gennarino rimase almeno un quarto d’ora imbambolato a fissare il vuoto. Un sorriso inebetito stampato sul volto e la meravigliosa sensazione che forse un miracolo stava accadendo davvero.

Era riuscito a parlare finalmente con Maria ed erano anche in grande sintonia, aveva passato più di tre ore sul terrazzino e la gente gli chiedeva solo classici napoletani.

Ancora una volta il miracolo lo avevano compiuto i suoi bambini, quei piccoli angeli che in ogni momento di difficoltà, venivano in soccorso ad aiutarlo.

“Se la forza dell’amore è così forte, anche questo brutto virus ne sarà sopraffatto, sono certo che la mia Napoli tornerà a vivere più forte di prima e tutto il mondo presto uscirà da questo incubo. Ma con la consapevolezza che possiamo ogni giorno scegliere di essere persone migliori.”

Eva Sansanelli

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