di Eva Sansanelli
Cari lettori,
eccoci arrivati alla seconda puntata delle avventure di Gennaro Cerulli, un simpatico supereroe in missione direttamente dal paradiso per salvare le sorti della Canzone Napoletana.
Prima di augurarvi una buona lettura vorrei ringraziarvi per tutti i commenti positivi, le mail, i messaggi e l’ondata incredibile di entusiasmo con cui avete accolto questa iniziativa. Continuate a sostenere il nostro super eroe condividendo gli articoli e sono sicura che insieme riusciremo a fare davvero la differenza per questa rivoluzione culturale che tanto abbiamo a cuore.
…dalla puntata precedente:
Quella mattina in paradiso non regnava la solita pace, ma c’era quello strano trambusto di quando San Pietro ha preso una decisione irremovibile.
G.C. “San Pie’ allora è deciso, volete mandare proprio me?”
S.P. “Ma certo Genna’, ancora me lo chiedete? Voi dovete andare laggiù e vedere di capirci qualcosa, bisogna scoprire che succede, perché i giovani non ascoltano più la Canzone Napoletana, perché le nonne non cantano più le ninne nanne in napoletano? Genna’, per cortesia, vedete che dovete fare, io una volta al mese vi manderò giù e voi mi riporterete ciò che succede.”
G.C. “San Piè che vi devo dire, a voi non posso dire di no. Arrivederci!”
rileggi l’intera prima puntata: CLICCA QUI
***
2° puntata
Gennaro Cerulli prepara le sue truppe
Mentre pronunciavo queste parole, in un attimo mi ritrovai a camminare in Vico tre Re a Toledo e con mio grande sollievo fui immediatamente avvolto dal calore della mia città. Quanto mi era mancata Napoli mia, quanto riempie il cuore perdersi tra i suoi vicoli e ascoltare le mille voci che custodiscono… è proprio vero come cantava Sergio Bruni, Napoli è un palcoscenico… a proposito ma che è ‘sta musica strana, queste melodie senza fantasia? Ma allora è proprio vero la Canzone Napoletana se la sono scordata? Fammi chiedere a questa signora che sta stendendo i panni:
G.C. “Signò buongiorno, scusate una curiosità, ma che state ascoltando mentre sbrigate le faccende di casa?”
S.“Buongiorno, ma chi siete? Io sto ascoltando il cantante preferito di mia figlia, sabato scorso suonò nel centro commerciale, trooooppooo bell’!”
G.C. “Signo’ ma veramente vi piace? Ma non ascoltate mai Sergio Bruni, la canzone classica non vi piace più?”
Il volto della Signora che stendeva i panni per un attimo si chiuse in un’espressione arcigna come se i pensieri si volgessero ad un passato non troppo lontano, poi mi fece un gran sorriso, di quelli dolci che ti spuntano sul viso quando pensi alle braccia della mamma e fu proprio allora che mi disse:
S. “Come non lo ascolto? Quando vado a trovare mammà, le metto sempre Carmela[1] su Youtube…dovete vedere come si arricrea”
G.C “iu che????”
S. “Ma come non conoscete Youtube? È quel canale che ti fa vedere tutti i video che vuoi, noi ci scriviamo ‘Carmela’ e quello ti fa vedere proprio Sergio Bruni in carne e ossa che canta, diciamoci la verità… ma comm’era bello! Scusate ma non ce l’avete lo smartphone? Ma voi da dove venite?”
G.C. “Eee signo’ mo s’è fatto tardi, scusate devo andare, ho un appuntamento sotto la galleria, stateve bbuono!”
S.“Stateve bbuono pure vuje”
Da quella conversazione ai limiti del surreale mi resi conto che San Pietro aveva proprio ragione, qua la questione è grave, non ascoltano più le nostre belle melodie antiche. Però riflettendoci, appena ho nominato Sergio Bruni la Signora ha cambiato faccia, si è fatta romantica e malinconica. Forse è proprio lì che devo lavorare, devo cercare di riaccendere quel sentimento di appartenenza. Mo è meglio che me ne torno da San Pietro così gli racconto come è andata, chi sa se lui conosce ‘sto Iu tu, Iu tub, io tubbo come si chiama! Ma adesso per tornare in Paradiso dovrò prendere la funicolare?
***
In meno di un secondo mi ritrovai nell’atmosfera luminosa e avvolto dal calore paradisiaco direttamente al cospetto di San Pietro che mi guardava incuriosito.
S.P. “Gennari’ ma che è successo? Avete un’espressione terrorizzata!”
G.C. “San Pietro non me ne parlate, io sono stato solo due minuti e mi sembra che sono usciti tutti pazzi: bambini vestiti come adulti, che invece di giocare stanno tutti concentrati su certi cosi luminosi…mah… chissà che combinano.
Le strade sono piene di motorini, macchine, clacson, nun se capisce niente! Poi ho cercato di parlare con una signora che abitava al terzo piano di Vico Tre Re a Toledo e mi ha davvero scioccato. Nientedimeno quando le ho chiesto se ascoltava i vecchi classici come Sergio Bruni, mi ha rivelato che davanti ai figli evita, loro ascoltano delle melodie che neanche definirei tali, sgraziate, svogliate, sciatte…insomma lei la canzone nostra se la va a sentire dalla madre, quasi di nascosto, neanche fosse un reato. E poi dice che usa una cosa strana iu tu, iu tubb, e tubbettiell’… insomma San Pie’ un’altra diavoleria moderna che non so neanche pronunciare.”
S.P. “Ah sì, Youtube!”
G.C. “Ma come San Pie’ lo conoscete?”
S.P. “Ma certo Gennarì, io vedo tutto da quassù, il problema è che non ho mai tempo! Voi mi dovete aiutare, ma per farlo non siate così ostico verso la modernità, cercate di immergervi in questa Napoli nuova e vedrete che le radici sono lontane dal fiore ma sono ancora molto forti. Questo dovete fare, dovete cercare di far rivivere ai Napoletani le proprie radici.”
G.C. “San Pietro io sono ai vostri ordini, ora scendo di nuovo e cerco di integrarmi come dite voi, ma devo comprare anche uno di quei cosi luminosi?”
S.P. “Già ve l’ho messo in tasca, guardate bene, si chiama smartphone e con quello potete accedere anche a Youtube.”
G.C. “San Pie’ sono emozionato, mi sento proprio 007. Adesso scappo!”
S.P. “Aspetta un momento Genna’ devo darti il tuo super potere: ogni volta che lo riterrai opportuno, quando avrai bisogno di far innamorare i napoletani delle nostre melodie, quando vorrai distrarli dalla frenesia in cui vivono, chiudi gli occhi e pensa ad una canzone.”
G.C. “Ah, va bene San Pie’, ma che succederà?”
S.P. “Poi vedrai! Ora corri che c’è tanto lavoro da fare! Buona fortuna Gennari’!”
G.C. “Grazie San Pie’ arriv….”
***
Neanche il tempo di salutare e puf ero di nuovo a Napoli.
Questa volta però mi trovavo nel cortile di una scuola che sembrava molto antica e prestigiosa. Alcuni bimbi sui 7-8 anni in divisa stavano facendo ricreazione, era una splendida giornata di sole ma nessuno giocava con i fiori o a nascondino, tutti sempre concentrati su questi benedetti smartphone.
Ad un certo punto mi resi conto che i bambini stavano parlando dei loro progetti futuri:
“Io andrò a Milano a fare il Chirurgo estetico come mio papà” diceva uno, “Io andrò a Londra e diventerò un grande banchiere” diceva quello biondino. “Io invece voglio fare l’influencer e girare tutto il mondo” irruppe decisa una bimba dai lunghi capelli biondi. L’influencer….bah devo chiedere a San Pietro cosa significa pensai tra me e me! “Io voglio aprire una catena di ristoranti di sushi a New York” dichiarò l’altro. “Io invece voglio restare a Napoli e fare lo scrittore, raccontare della nostra città e parlare della Canzone Napoletana, ma non quella robaccia che si ascolta ora, i grandi classici che hanno reso famosa Napoli nel mondo!” Affermò un po’ intimidito un bimbo ricciolino, bruno, con dei bellissimi e profondi occhi verdi.
In quel momento calò il silenzio, gli altri bambini si allontanarono dal ricciolino e dissero in coro “A Napoli???? Ma sei pazzo? Non si porta più, mia madre dice che ormai qui non c’è più niente da fare, è tutto vecchio, bisogna andare via Eduardo!” e se ne andarono lasciandolo solo e sconsolato, seduto su un gradino a guardare il mare.
La timidezza di Eduardo mi era familiare, mi sentivo anche io come lui, solo, in una città che non capivo più e che non riconoscevo, ma fu proprio in quell’attimo che mi ritornò in mente il mio super potere.
Chiusi gli occhi e pensai alla meravigliosa melodia di Luna Rossa[2] e avvenne qualcosa di straordinario: I bambini che stavano andando via si fermarono di colpo e insieme a me ed Eduardo, chiusero gli occhi e furono pervasi da quei versi stupendi, i loro volti si addolcirono e si strinsero tutti in un abbraccio, senza differenze, senza giudizi, tutti insieme uniti e cullati dalla dolce melodia.
Poi la musica finì e riaprirono gli occhi come se fossero stati rapiti in un sogno.
“Ma cosa è stato?”, “Che è successo”, “Avete sentito anche voi?” si domandavano attoniti.
Allora decisi di presentarmi e rassicurarli:
“Bambini non vi preoccupate, avete solo ascoltato una bellissima Canzone Napoletana, qualcosa che forse oggi non ascoltate più e, salvo Eduardo, forse neanche conoscete”
“Ma come è possibile, perché non l’ascoltiamo più? È bellissima” si interrogava innervosita la piccola influencer.
“Purtroppo se non ascoltiamo queste canzoni finiremo per dimenticarle, io sono qui proprio per aiutarvi a non perdere questo tesoro che avete bimbi!
Aiutatemi nella mia missione, posso svelarlo solo a voi che siete cuori puri, io sono Gennaro Cerulli, un supereroe che è stato mandato qui proprio per non far dimenticare la Canzone Napoletana”
Eduardo aveva le lacrime agli occhi, era emozionato e finalmente non si sentiva emarginato.
“Non ti preoccupare ti aiutiamo noi, ora le mandiamo a tutti i nostri amici su Whatsapp”.
“Sii… Condividiamole anche su Facebook queste belle canzoni, su Instagram” “Dobbiamo condividere ragazzi, aiutiamo Gennarino! Ciao Gennarino torna presto a trovarci”
Mentre andavo via incredulo, travolto dalle voci allegre e gioiose dei bambini pensavo ad Eduardo e sentivo che se anche un solo bimbo voleva restare a Napoli forse c’era ancora speranza.
***
S.P. “Gennarì bentornato, ottimo lavoro, ma come hai fatto?”
G.C. “Grazie San Pie’, ma perché… che ho combinato?”
S.P. “Che hai combinato? Sei stato bravissimo, hai coinvolto la parte più pura della città: le anime belle dei bambini si sono unite e Carmela e Luna Rossa hanno superato le 20.000 visualizzazioni, un record mai visto! Bravo Gennarì, io ti ho dato un solo super potere e tu hai già creato un esercito.”
Quella sera quando andai a dormire, ripensai alle parole di San Pietro, a tutti quei termini strani che dicevano i bambini: Facebook, Instagram, Whatsapp…non capivo molto ma ero felice e travolto dal loro entusiasmo, forse avevo scelto gli alleati giusti, forse ero sulla buona strada, chissà, ma Napoli mia e la sua meravigliosa canzone meritano questo ed altro.
Arrivederci alla prossima puntata
Eva Sansanelli
[1] Carmela. 1976 Sergio Bruni- Salvatore Palomba.
[2] Luna Rossa. 1950. De Crescenzo-Vian
progetto grafico: Alfredo Franciosa
Error: No connected account.
Please go to the Instagram Feed settings page to connect an account.
Silvia piacentini
Novembre 30, 2019Mi è piaciuto moltissimo,ironico e sagace come sai essere tu cara Eva, geniale la trovata dei social complimenti!
Sergio di Napoli
Dicembre 01, 2019Originalissimo modo di raccontare. La bellissima metafora è “ben nascosta” ma al contempo molto chiara ;-).