Racconti e musiche per i giorni di Natale
Racconti e musiche per i giorni di Natale voci e suoni per il Natale a Napoli è un progetto a cura del cantante napoletano Gianni Lamagna, voce della Nuova Compagnia di Canto Popolare dal 1997. La prima edizione del concerto (risalente al 2004) ha riscosso da subito grande successo al punto che, nel 2011, il cantante decide di incidere il disco con la partecipazione di: Lello Giulivo, Anna Spagnuolo, Pina Selillo, il Coro Mamme di Sisina e il Piccolo Coro Progetto Oasi. Il coordinamento dell’ensemble orchestrale è curato dal M. Antonello Paliotti che dal 1991 collabora con Gianni Lamagna alla realizzazione di vari progetti. Il concerto, evocativo della tradizione natalizia napoletana, ha dato vita al CD contentente 14 brani in cui tradizione e innovazione si prendono per mano per dare nuova linfa al patrimonio musicale immenso a cui bisogna ricordare di attingere. Tra i brani troviamo classici della canzone napoletana più e meno noti come, ad esempio, La Leggenda del Lupino, ‘O zampugnaro ‘nnammurato, ‘A Nuvena, Natale Napoletano, Tarantella ‘e Natale, Lu Zampugnariello. A questi vanno aggiunte altre composizioni come la Villanella a Ballo de La Gatta Cenerentola di Roberto De Simone (Gianni Lamagna ha fatto infatti parte della compagnia del M. Roberto De Simone per 17 anni, dal 1979 al 1996), 3 brani composti da Antonello Paliotti (Nonna Nonna, Saccio na bella Canzone, Strummulillo) e uno dallo stesso Lamagna (Natale e simm’ eguale) per i due cori chiamati a collaborare al progetto (il Coro Mamme di Sisina e il Piccolo Coro Progetto Oasi) rappresentanti del Rione Sanità, quartiere a cui il cantante è molto legato dato l’impegno profuso per la diffusione della cultura musicale napoletana attraverso diversi laboratori tenuti con l’associazione diMusicainMusica da lui stesso fondata nel 1996.
L’anima del disco è evidente sin dal primo brano e resta ben visibile e coerente nel percorso sonoro pensato in maniera attenta da Lamagna. Voci dai vicoli antichi di Napoli si stagliano su un letto di arpeggi suonati da corde di chitarre, mandolini che sempre accompagnano la tradizione musicale partenopea, nacchere a tempo di quotidianità resa più sopportabile perché nasce il Figlio di Dio (Tu scendi dalle stelle o re del cielo e nuje pigliammo e guai cchiu alleramente…), fiati maestosamente lasciati risuonare nell’aria dalla direzione di Paliotti come in Natale simm’eguale, una processione allegra di voci bianche inframmezzata dai suoni tipici che richiamano quanto di più vicino esiste al concetto che il napoletano intende per “banda musicale” (qualcosa di molto simile a ciò che succede nei brani Pacchianella d’Uttaiano e Ce avimm’’ a sulleva’ del disco Coppola Rossa). Immancabili i riferimenti testuali e musicali alla figura dello zampognaro e, più in generale, allo strumento della zampogna foriero di venti natalizi e allo stesso tempo di quella sottile neve malinconica sempre in sottofondo. Due i pezzi strumentali (Ndindimbò e Strummulillo) durante il percorso sonoro che ci accompagna verso la festa, oramai prossima, del Natale.
Mo vene, mo vene Natale ce dice ca simme tutt’eguale è il messaggio in musica che l’album ci lascia per un 2024 che lentamente ci saluta e un 2025 che si prepara a nascere nella speranza di essere realmente tutti uguali.
Di Antonio Di Criscito
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