Le canzoni napoletane di Totò
Ogn’anno, il due novembre …
Ogn’anno, il due novembre, c’è l’usanza
per i defunti andare al Cimitero.
In questi giorni i cimiteri cittadini si affollano di gente intenta ad omaggiare i propri cari con un fiore, un lumino o semplicemente con la propria presenza nel luogo dove riposano le spoglie mortali dei familiari passati a miglior vita.
‘A livella
Pensando a questa ricorrenza è impossibile non citare il Principe della Risata, al secolo Antonio De Curtis, che – partendo da questa ricorrenza molto sentita dal popolo napoletano – compone la celeberrima Livella, in cui attraverso l’ironia ci induce ad una semplice quanto arguta riflessione sulla fugacità della vita e il livellamento con cui la morte ci obbliga a fare i conti. Emblematico il tal senso è il fatto che Totò decida di porre sulle labbra della figura più umile sulla scena (il netturbino Gennaro Esposito) la saggezza insita nelle parole che chiudono il racconto e che molti, napoletani e non, conoscono a memoria:
Sti ppagliacciate ‘e ffanno sulo ‘e vive:
nuje simmo serie…appartenimmo à morte!
Filosofia e saggezza popolare sono sapientemente mescolate da un supremo artigiano della comicità.
Totò e la canzone napoletana
Totò viene ricordato come uno dei più grandi attori della sua epoca (e non solo) ma forse pochi conoscono le canzoni napoletane di Totò. Molti ricorderanno probabilmente Malafemmena come suo capolavoro ignorando il fatto che Totò abbia invece scritto più di cinquanta canzoni. La prolificità dell’autore, come sottolinea Radio Napoli, è testimoniata dalla sua iscrizione alla S.I.A.E. il 28 giugno 1932. Tra le canzoni napoletane di Totò ci sono alcuni testi nati come poesie e successivamente trasposte in musica come ad esempio ‘A cchiu bella musicata da Giuni Russo.
Totò prolifico autore
Antonio De Curtis però fu anche autore di canzoni in italiano e in francese; il brano Con Te ha addirittura partecipato al Festival di Sanremo del 1954. I versi della sua Core analfabeta sono protagonisti delle luminarie nei Vergini alla Sanità. Totò, come tutti i grandi artisti, spazia dall’amore a canzoni più ironiche come Miss, mia cara miss e Carmè, Carmè rimaste nella memoria collettiva.
“Le canzoni non le scrivo per motivi di guadagno.” – dichiarò una volta Totò – “Sono un sentimentale, le scrivo e me le tengo lì. Le scrivo da buon napoletano, perché è una cosa che abbiamo nel sangue”.
Di Antonio Di Criscito
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