Napoletanità, il Signor Bruno: l’anima di Napulitanata
Napoletanità, il Signor Bruno: l’anima di Napulitanata – Quando si sente parlare di Napoletano verace o Napoletano DOC si pensa subito ad un’immagine ormai stereotipata e abusata da film, gag e tik tok virali, e quindi lo si associa, almeno per noi napoletani, a qualcosa di negativo, da nascondere quasi come la polvere sotto il tappeto. Eppure, quando io penso alla veracità del napoletano riesco ancora ad associarlo a qualcosa di positivo perché la chiave sta nella parola. Verace deriva dal vero, e il vero non è mai qualcosa da cui allontanarsi, ma soprattutto quando penso alla veracità napoletana non posso che pensare al Signor Bruno, anima e “nonno” di Napulitanata.
Il signor Bruno incarna perfettamente l’animo gentile, giocoso, e vivo che caratterizza da sempre il popolo napoletano, e non è qualcosa di macchiettistico ma è autentico.
Come quando ti vede “sciupato” e ti chiede se hai mangiato e se tentenni sulla risposta ti ritrovi subito qualcosa da mangiare tra le mani, oppure quando passa ogni mattina qui in sede perché a casa “nun se fira e sta”, quando gioca il Napoli e c’è una serata puoi stare certo che lo troverai in sede con il suo fidato schermo per cellulari seduto sulla panca a tifare in religioso silenzio, o anche quando con gli occhi lucidi di amore e soddisfazione osserva suo figlio Pasquale suonare al pianoforte, e tra un brano e l’altro girarsi e chiedere con orgoglio a chi gli sta vicino “è bravo eh?”, perché per lui è ogni volta come se fosse la prima volta che lo ascolta.
Potrei citare tanti altri momenti caratteristici, come ad esempio quando ad ogni serata lui arriva con un cartone pieno di pizze fritte e a portafoglio, perché aveva fame e non voleva mangiare da solo, o di quelle volte in cui si lascia andare a canti e balli durante le serate perché lui quelle canzoni le ha vissute e ballate nel suo quartiere, quella vita di quartiere e quell’infanzia fatta di fame, sofferenza ma soprattutto di vita vera, dove si cresceva per strada, imparando da bambini il peso del lavoro perché bisognava aiutare le proprie famiglie spesso molto numerose, ed è per questo che il concetto di famiglia significa TUTTO per lui.
Oltre ad essere un “personaggio” un po’ mascotte per noi, il signor bruno è il pilastro fondante su cui si basa Napulitanata, che rende vivo e autentica la Napoletanità fatta di cuore e animo gentile, dove se si può stare in due si può stare anche in 30 e più, dove se hai un problema quello diventa anche il mio problema, concetti di cui spesso si sente solo parlare per riempirsi la bocca su quanto siamo belli e bravi a Napoli, quasi fossero una facciata per nascondere tutt’altro, tutto questo però “cade” nel momento in cui si ha a che fare col Signor Bruno.
Perché lui è quasi come fosse rimasto “fermo nel tempo” nel suo tempo, o come direbbe Capuano nel film di Sorrentino “non si è disunito”, rimanendo saldo a quei valori e alla sua persona e in un mondo sempre più social, dove tutto ci sembra costruito e frutto di una strategia di marketing poco reale noi tutti dovremo essere o tornare ad essere un po’ come il Signor Bruno.
Di Carmine Laporta
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