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Pasqua nella Canzone Napoletana – Più volte abbiamo ribadito la capacità della Canzone Napoletana di raccontare storie, la sua vocazione per la narrazione e la volontà di riproporre attraverso musica e voce i sentimenti umani nelle più varie circostanze.

La sua versatilità e l’attitudine camaleontica allo scenario sono confermate dalla vastità del repertorio e dalla eterogeneità degli argomenti: si può dire, infatti, che per ogni situazione ci sono una o più canzoni adatte al contesto.

In ragione di ciò abbiamo deciso di proporre una canzone adatta al periodo pasquale: se, infatti, potessimo annunciare i mesi e le festività tradizionali con la musica, proporremmo allora “Catarì” per gli altalenanti umori di marzo; “’E Ccerase” per annunciare la venuta di Aprile e “Canzona ‘mbriaca”, infine, per ritrovare la Pasqua nella Canzone Napoletana.

Una canzone che, premettiamo, non descrive né la tradizione pasquale né l’atmosfera santa.

Tuttavia, questa è ambientata in una notte di Pasqua, come è annunciato dall’incipit del brano, e seppure apparentemente ha poco a che vedere con la celebrazione della resurrezione, l’atmosfera emotiva che suscita ci dice più di quanto pensiamo: la gioia e la felicità del protagonista si tramutano alla fine in amarezza e tristezza appena venuto a conoscenza della morte dell’amata. Sensazioni queste che sembrano richiamare l’iter emotivo pasquale, rivivendo la stessa agitazione d’animo in attesa della resurrezione.

L’ebbrezza e la musica vivace, dunque, sembrano rappresentare proprio i giorni antecedenti quell’attesa.

Contribuisce alla grandezza del brano l’interpretazione di Nino Taranto, attore, cantante italiano, grande artista vissuto tra i primi del’900 e gli anni 80.

Un artista versatile e poliedrico che ha preso parte a numerosi spettacoli teatrali, programmi di varietà radiofonici e produzioni cinematografiche: tra gli anni quaranta e cinquanta, in effetti, collabora con il grande Totò, del quale diviene spalla affidabile e devota, partecipando alla realizzazione di film memorabili, quali Totò truffa ‘62, Totò contro Maciste e Il monaco di Monza. Tra gli anni sessanta e settanta prende parte a ben diciannove musicarelli, assieme ad importanti star del momento, quali Adriano Celentano, Gianni Morandi, Caterina Caselli, Bobby Solo. Negli anni sessanta appare anche in Tv prendendo parte ai più gettonati varietà del momento, come “Lui e Lei”, “Canzonissima-Napoli contro tutti”, e“Io, Agata e tu”, al fianco del cantante Nino Ferrer e la giovane Raffaella Carrà. Ciò nonostante, Nino Taranto resta nell’immaginario comune uno dei massimi interpreti della Canzone Napoletana, la cui personalità resta inscindibile dalla tradizione partenopea.

Non a caso, infatti, la sua figura d’artista è ricordata in special modo in occasione del Festival di Napoli, al quale partecipa dal 1955 ai primi anni settanta, alternandosi tra la figura di cantante, autore e presentatore.

Nel video di seguito interpreta il brano “Canzona ‘mbriaca”, omaggiando l’autore, Salvatore di Giacomo, con la straordinaria capacità di vestirsi e svestirsi dei panni di un uomo fradicio d’amore, per alternarsi alla figura del passante che gli annuncia la triste notizia.

La musica giocosa e al contempo malinconica, l’interpretazione allegra che lascia alla fine un gusto amaro in bocca, le parole a metà tra l’alleria e la collera, costruiscono insieme quell’atmosfera contraddittoria tipica dello spirito pasquale: è in questo senso, quindi, che ritroviamo la Pasqua nella Canzone Napoletana.

L’amarezza del testo, inoltre, sembra essere una descrizione emotiva calzante anche per questo momento difficile: si ride per non piangere, ci si distrae per non pensare troppo; nel frattempo ironizzando e scherzando resta sempre posata sul petto quella sensazione nostalgica di un ritorno alla normalità…

di Rosaria Esposito

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