Cari lettori, chiedo venia se questo mese la vostra tanto attesa puntata di Gennaro Cerulli è arrivata con un giorno di ritardo ma questo coronavirus ha scombussolato anche me.
Grazie per la passione che nutrite per questo personaggio, spero di potervi regalare un momento di piacevole distrazione, spero di poter raggiungere il cuore di ognuno di voi e accendere la speranza che solo l’amore sa creare. Perché l’amore è l’unica arma che abbiamo per superare questo momento.
Amore per la nostra canzone.
Amore per la nostra città.
Amore per il prossimo.
Amore per l’Italia, per il mondo intero ed infine amore per tutti quelli che stanno soffrendo in silenzio.
È soprattutto per loro che mi permetto di chiedervi di resistere ancora un po’ nel tepore delle vostre case. Vi esorto a riscoprire il bene sacro della vostra famiglia e se siete soli, sappiate che non è così, tutto il mondo si è stretto in un abbraccio silenzioso. Mai come oggi siamo tutti uguali, aveva proprio ragione Totò quando scrisse ‘a livella.
E allora sfruttate questi momenti per ascoltare le nostre meravigliose melodie: un unguento miracoloso che cura l’anima.
Buona lettura
Eva
***
Quella mattina San Pietro era scuro in volto, la preoccupazione ed il dolore lo attanagliavano ed era chiaro a tutti poiché il rumore dei suoi passi pensosi e gravi rimbombava in ogni angolo del paradiso scuotendo il cuore di angeli, santi e di tutte le anime che lo popolavano.
L’angoscia per il destino della terra era davvero grande, un virus terribile aveva costretto inesorabilmente tutto il mondo a fermarsi. Fabbriche, negozi, auto, aerei tutto era fermo, la gente rintanata in casa per paura di aumentare il contagio però in qualche modo stava “curando” quella terra malata, stanca, sporcata dalla fretta e dal progresso scellerato. Migliaia di morti, milioni di anime in pena, eppure la primavera era arrivata lo stesso e anzi, dal momento in cui il Virus aveva dato il suo stop, l’aria era diventata finalmente pulita, i fiumi scorrevano cristallini e l’inquinamento che gli umani tanto avevano preso sottobraccio finalmente era cessato. Mentre era tutto preso dai suoi dolorosi pensieri, irruppe Gennarino con un entusiasmo tutto nuovo. Finalmente era arrivato l’appuntamento mensile con la sua capatina sulla terra e mai come questa volta il nostro supereroe era animato da un sentimento di gioia indescrivibile. Da quando il suo sguardo e quello di Maria si erano “riconosciuti” lui sentiva dentro una forza straordinaria che gli aveva fatto venire ancora più idee e soluzioni per portare avanti la missione di salvare la canzone napoletana. Il suo cuore volava perché la fiammella dell’amore aveva riacceso braci da troppo sopite e aveva riscaldato finalmente quell’animo schivo e sensibile.
San Pietro: <<Buongiorno Cerulli! Siediti un attimo qui per favore.>>
Il nostro Gennarino tremò perché quando San Pietro lo apostrofava con il cognome la situazione era molto, molto grave, ma obbediente si sedette accanto a lui.
S.P. <<Purtroppo questo mese il tuo viaggio sulla terra sarà molto strano e complicato Gennaro, mi devi scusare ma la situazione ti assicuro è tanto grave.>>
G.C. <<Che succede San Piè vi prego, non fatemi stare in ansia.>>
S.P. <<Vedi Gennaro, sulla terra c’è una pandemia incredibile che ha bloccato tutto. Migliaia di persone stanno morendo ogni giorno ed il rischio di contagio è altissimo, quindi il governo italiano ha dato ordine a tutti i cittadini di rimanere chiusi nelle loro case, pena sanzioni altissime. Gli ospedali sono ormai al collasso perché non riescono a contenere la moltitudine di malati, mentre medici, infermieri, scienziati lavorano giorno e notte per trovare una cura a questo brutto male.>>
Ora scegli tu se te la senti di andare, non so come potrai fare per portare avanti la tua missione, ma sappi che tu sei immune quindi non ti ammalerai.
G.C. <<San Pietro ma certo che andrò, ditemi voi come devo sistemarmi ma vi chiedo solo una cosa…Maria…>>
San Pietro lo interruppe bruscamente e sentenziò: <<Gennarì non una parola di più, so tutto ovviamente. Non avresti dovuto innamorarti ma ho capito che è ingiusto condannare una persona a vivere senza amore per adempiere alle sue responsabilità e così sto pensando alla soluzione per te, stai tranquillo. Però adesso va’, recati in Vico Tre Re a Toledo, n° 23 e Sali al 4° piano, c’è un piccolo appartamentino dove potrai soggiornare. Le chiavi sono nella tua tasca destra e porta tutto l’entusiasmo di cui sei capace, il mondo ha bisogno di amore e di allegria.”
G.C. <<Grazie Pietro, non so come ringraziarvi, prometto che farò del mio meglio…>>
***
Mentre pronunciava queste parole, il nostro supereroe si trovò di nuovo nella sua amata Napoli ma questa volta lo scenario era ben diverso. Le strade erano avvolte in un silenzio spettrale, tutta l’allegria e la confusione dei vicoli era sparita, macchine delle forze dell’ordine piantonavano ogni angolo esortando ed aiutando i cittadini a rientrare nelle proprie case. Ognuno portava mascherina e guanti e quegli abbracci affettuosi che si scambiavano le persone quando si incontravano erano stati sostituiti da sguardi tristi e pieni di paura.
Gennarino rimase pietrificato da questa sensazione di terrore ed istintivamente corse verso il suo alloggio… 19-21… ecco 23. Frugò nella tasca destra e trovò le chiavi, aprì e salì di corsa al quarto piano.
Si ritrovò in una deliziosa casetta con tutti i comfort, un giradischi e una parete carica di 45 giri, tutti rigorosamente dei grandi classici napoletani.
Posizionò la puntina sul disco che era già inserito ed ecco la meravigliosa Voce di Sergio Bruni che cantava “Napule doce e amara”[1] e si rese conto che San Pietro aveva pensato anche a questo. Napoli come la vita in quel momento era sia dolce che amara, in lotta tra il bene il male, con l’anima “squieta”, piena di speranza e amore. Allora Gennaro spalancò le finestre e piano piano le note di quella musica meravigliosa riempirono i vicoli e poi tutta la città. La gente si affacciò alle finestre e iniziarono ad intonare tutti lo stesso canto, stringendosi silenziosamente in un grande abbraccio.
Il miracolo l’aveva fatto San Pietro questa volta, pensò in cuor suo Gennarino, perché la canzone ancora una volta aveva riscaldato i cuori facendo sentire tutti più vicini. Poi d’un tratto dal balconcino di fronte a lui si levò una tendina bianca che tradì il viso di una giovane, bellissima donna incuriosita. Era Maria. San Pietro era stato così grande da averlo fatto sistemare proprio li, davanti al suo amore che però non si unì all’abbraccio della musica. Era triste, le lacrime scendevano copiosamente sul suo volto e a Gennaro vennero in mente altri versi, quelli di Carmela[2] sempre del grande Sergio Bruni: “tu chiagne sulo si nisciuno vede, e strille sulo s’ nisciuno sente, ma nun è acqua ‘o sanghe dint’ ‘e vene, Carmela, Carmè”.
Quell’intuizione gli mostrò un lato del carattere di Maria, forse il più nobile, lei dispensava sorrisi e allegria a tutti ma quando il suo cuore era triste piangeva solo se non c’era nessuno a guardarla. Serbava dignitosamente la tristezza nel suo cuore per non far preoccupare i suoi cari. Era quella la donna che voleva, era quello il vero miracolo da compiere: conquistare il cuore di Maria e custodirlo preziosamente per sempre.
Ormai aveva San Pietro ed il paradiso dalla sua parte e quando la terra sarebbe guarita da questo brutto male, finalmente avrebbe potuto riabbracciarla. Ora però doveva cercare di sistemarsi per la notte, chiudersi nella solitudine di quel piccolo appartamentino con una finestra sul paradiso e cercare di ritrovare tutto l’entusiasmo per portare avanti il suo compito. Appena poggiò la testa sul cuscino però Gennarino fu invaso da mille pensieri e capì che le sue missioni erano molteplici ma tutte collegate; Cercare di riavvicinare il popolo napoletano al suo antico e prezioso patrimonio musicale, conquistare Maria e provare a portare luce dove il virus aveva fatto calare le tenebre, tutto in nome dell’amore e della bellezza. E allora gli venne in mente il suo piccolo esercito, i suoi bambini. I loro cuori puri lo avrebbero certamente aiutato a trovare tutte le soluzioni, ma come rintracciarli, le scuole sono chiuse!
“Bè io vengo dal Paradiso, sono qui per portare amore”, pensò Gennarino, “devo dimostrare a me stesso per primo di avere FEDE!”
Arrivederci alla prossima puntata.
Eva Sansanelli
[1] Napule Doce e amara- 1994, Palomba, Bruni
[2] Carmela, 1976. Bruni- Palomba
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