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Cari lettori, siamo giunti alla quarta puntata delle avventure di Gennaro Cerulli, il supereroe venuto in missione dal Paradiso per salvare la canzone napoletana.

Oggi finalmente vi abbiamo svelato l’identità del nostro misterioso personaggio.

Ormai sapete che è innamorato della bella Maria, ma San Pietro purtroppo gli ha intimato di lasciar perdere queste velleità da umani. Siamo felici poiché dalle vostre impressioni capiamo che state prendendo a cuore questo personaggio tenero, un po’ impacciato, pasticcione ma con un cuore grandissimo e una grande caparbietà nel perseguire il suo obiettivo: salvare la canzone Napoletana.

Riuscirà il nostro supereroe a non perdere i suoi superpoteri o cederà all’amore della bella Maria?

Non vi resta che scoprirlo…

Eva

***

“Chella nun è pe’ te, chella è na ‘mpesa

Che vène a dì ch’è bella cchiu e na rosa

Si po te veco ‘e chiagnere annascuso?

 

Nella testa di Gennarino riecheggiava la bella melodia di Scapricciatiello[1], intonata dalla voce dolce e calda di Nunzio Gallo e nonostante fosse immerso nel ricordo degli occhioni verdi di Maria sentì un dolore al petto, quasi una stretta. Come se il suo cuore gli provocasse uno spasmo al pensiero di quell’amore impossibile. Aveva una grande responsabilità il nostro amato Gennarino, doveva a tutti costi ricordare al popolo napoletano quanto fosse importante la nostra canzone, cercare di far riascoltare le antiche melodie ai più giovani in modo che potessero farle loro per poi tramandarle ai loro figli una volta cresciuti. Ma l’amore impossibile per Maria gli avrebbe tolto ogni potere decretando inevitabilmente il fallimento della sua missione. Come poteva fare, che soluzione poteva trovare? Ecco, illuminazione, avrebbe parlato con San Pietro e gli avrebbe spiegato le sue ragioni, doveva esserci una soluzione!

Ma intanto doveva rivedere Maria, era un’esigenza così forte che lo portò ad andare via dal Paradiso, senza neanche salutare e catapultarsi nella sua bellissima città.

 

***

 

Appena arrivato a Napoli, in una bella mattina di gennaio, Gennaro si diresse verso il bar dove lavorava quella meraviglia di Maria. Il cuore batteva all’impazzata, era così altrove con la mente da non sentire il brusio della strada, quel dolce caos che animava da sempre le strade del centro storico. Entrò nell’elegante Caffè Gambrinus e lanciò un’occhiata veloce per scorgere lo sguardo della sua amata, ma non la vide.

“Avrà cambiato turno”, pensò tra sé e sé.

“Un caffè per favore”, esclamò avvicinandosi al bancone e mentre veniva preparata la deliziosa bevanda Gennaro si guardava intorno sempre più angosciato.

“Dottore, cercate qualcuno?” chiese gentilmente il cameriere porgendogli la tazzina incandescente.

G.C. “Scusate ma qui lavora una ragazza sui 30 anni, con due grandi occhi verdi che si chiama Maria, mi sapreste dire quando arriva?”.

“Maria? Si è presa dei giorni di permesso, sapete si deve sposare e sta ultimando gli ultimi preparativi”.

G.C. “Sposare?” trasalì il nostro povero innamorato. “Scusate ma voi dovete dirmi dove posso trovarla, sono un suo lontano parente e le devo portare una notizia”.

“Certo, Maria abita nel vicolo di Santa Maria Francesca delle sette piaghe, la cappella dove c’è la sedia della fertilità, la mamma è un po’ la tuttofare della chiesa, provate a chiedere a lei.”

G.C. “Grazie assai, arrivederci!”

Gennaro si dileguò attraversando Piazza Trieste e Trento come una furia. Una miriade di pensieri si affollavano nella sua mente e la sensazione di poter perdere Maria, anche se l’aveva vista una volta sola, gli procurava un dolore immenso.

Chi doveva sposare, era forse un segno del destino, avrebbe dunque dovuto lasciarla andare per sempre e pensare solo alla sua missione? Mentre milioni di interrogativi si affollavano nella sua mente si trovò davanti la porticina della Chiesa e spinto da una forza sovrumana entrò senza esitazione.

Nell’atmosfera torbida e sacrale della piccola cappella vide subito una piccola signora tutta indaffarata a confortare le donne che non riuscivano a diventare mamme, mentre aspettavano il proprio turno per potersi sedere sulla sedia miracolosa.

Gennarino si mise in fila e, nonostante ci fosse anche qualche marito ad accompagnare le signore, la sua presenza risultava alquanto singolare.

Quando finalmente arrivò il suo turno, la piccola signora incuriosita si avvicinò e disse: “Buongiorno sono donna Filomena, come posso aiutarvi? Avete problemi a rimanere incinto?” e scoppiò in una fragorosa risata.

Gennarino con tono grave le rispose: “Donna Filomena posso parlarvi un attimo in privato?”, la perpetua fece cenno con il capo di raggiungerlo in una saletta attigua, chiuse la porta e lo interrogò: “Ditemi, però fate presto che ho troppe cose da fare”.

G.C. “Donna Filomè io sono qui perché ho il cuore malato”

D.F. “E allora andate ad accendere un cero a San Gennaro, qui non aggiustiamo cuori”

G.C. “Donna Filumè io sono innamorato!”

D.F. “Aaaaaaah ma come siete curioso, non fatemi perdere tempo, se siete innamorato che volete da Santa Maria Francesca?”

G.C. “Io sono innamorato di vostra figlia Maria!”

Donna Filomena trasalì, si fece scura in viso e intimò il povero Gennarino di andare via e non farsi vedere più.

D.F. “Maria mia tra 10 giorni si sposa, non è cosa per voi, andatevene!”.

“Scusate donna Filumè, lo so che mi prenderete per pazzo ma io ho visto solo una volta vostra figlia e nei suoi occhi ho trovato tutta la purezza e l’allegria di un bambino, proprio come nei vostri. La sua risata genuina mi ha scaldato il cuore e non mi tolgo più dalla testa quel modo buffo che ha di arricciare il naso. Scusatemi se sono stato così invadente ma ditemi solo se Maria è felice perché se mi dite di si, io me ne andrò e non vi darò mai più fastidio. Parola d’onore”.

La signora Filomena rimase impietrita, sapeva che sua figlia non era innamorata, si sposava solo perché quell’arrogante di Ciro si era messo in testa che la voleva per forza e visto che non pensava di essere poi così carina, pensava che Ciro fosse la sua ultima opportunità. La cosa che la colpì maggiormente delle parole di Gennarino, fu che lui aveva colto quella purezza, quell’entusiasmo da bambina che illuminava Maria di una luce meravigliosa che stregava chiunque la incontrasse. Maria era gioia, allegria, dolcezza, luce ma lei non lo sapeva, lei pensava solo di essere più cicciottella delle sue amiche e, dopo le tante delusioni, di non avere più alcuna possibilità di essere amata.

“Sentite signore, io non so voi chi siete, forse siete un angelo, forse un pazzo, non lo so, però vi posso dire che sicuramente mia figlia non è innamorata. Si sposa solo perché non sa di essere bella e di avere tante preziose qualità e voi invece avete notato la sua bellezza interiore, quella che porta nel cuore e che mai nessuno le toglierà. Mò però ve ne dovete andare perché stiamo per chiudere. Fate così venite domani mattina alla messa delle nove e ne parliamo.”

Gennarino colmo di gioia ringraziò donna Filomena inchinandosi e baciandole le mani e andò via come promesso; non stava più nella pelle.

Mentre Gennaro se ne andava saltellando come un bambino il giorno del suo compleanno, la dolce perpetua pensò tra sé e sé che quel bel giovanotto vestito elegantemente aveva i modi e la nobiltà di un uomo d’altri tempi. Che strano, era talmente educato, ben vestito, che sembrava venisse dal passato. Ecco era proprio il tipo di uomo che quella testona senza autostima di sua figlia avrebbe dovuto prendere in considerazione: un uomo d’altri tempi! Certo un po’ strano ma sicuramente diverso da quel tamarro, scansafatiche  di Ciro che pensava solo ad andare in giro con gli amici ascoltando a tutto volume musica disgustosa.

Certo un po’ di apprensione verso quel curioso personaggio sconosciuto c’era, ma la sensazione positiva che aveva avuto guardando Gennaro in tutta la sua sincerità prevalse sull’ansia. Forse le sue preghiere a Santa Maria Francesca avevano funzionato, era arrivato quell’angelo che avrebbe amato sua figlia di un amore sincero e nobile…chissà.

Intanto Gennarino si perse nelle strade dei quartieri Spagnoli e mentre il timido sole di gennaio calava e le lucine iniziavano a colorare i pittoreschi vicoletti, sentiva una gioia infinita infuocare il suo cuore. Era possibile davvero poter amare Maria, forse il suo sentimento puro l’avrebbe salvata da un matrimonio destinato all’infelicità. Forse avrebbe potuto mostrare a quella fantastica ricciolina quanto era bella, speciale e unica?

All’improvviso venne rapito dalle note di una canzone. Un gruppo di ragazzi sui 17 anni appoggiati ai loro motorini, ascoltavano una bellissima melodia moderna ma con una voce antica, antica come il cuore di Maria, antica come ‘O sole mio, antica e moderna come il timbro inconfondibile del grande Sergio Bruni.

Gennarino impavido e curioso si avvicinò e chiese ai ragazzi cosa stessero ascoltando e loro gentilmente risposero che un amico gli aveva fatto sentire questa versione nuova di un grande successo del passato: ‘O sole mio dei South Designers[2].

<<Non lo conoscete?>> gli chiese una bella ragazzina dagli occhi vispi e neri. <<Questo gruppo ha raccolto una serie di successi napoletani del passato, arrangiandoli in chiave moderna così noi ragazzi possiamo scoprire artisti come Sergio Bruni, Nilla Pizzi, Murolo e magari andare a cercare anche le versioni originali>>

G.C. “E lo fate ragazzi, siete incuriositi di scoprire questi classici del passato?”

“Si, si sono molto belli, adesso i dj li suonano anche alle feste di 18 anni e anche i nostri nonni si mettono a ballare perché le conoscono tutte!” rispose un ragazzo della comitiva.

Gennarino si accomiatò salutandoli e si meravigliò del fatto che appena giunto a Napoli da “Angelo” mai avrebbe apprezzato una melodia così moderna ma con la voce incredibile del Maestro, e invece evidentemente era un esperimento efficace, uno dei modi per far avvicinare i giovani ai classici napoletani. Era forse l’amore per Maria che lo aveva reso così aperto alla novità? Che bella cosa l’amore, ingentilisce gli animi, regala una forza disumana e ti permette di allargare la mente oltre che il cuore.

 

Arrivederci alla prossima puntata.

Eva Sansanelli

 

 

[1] Scapricciatiello (Vento-Albano) 1955

[2] South Designers- Napoli Files-2017

 

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